Abitano le periferie del pianeta, testimoni di quella “Chiesa in uscita” che papa Francesco ci ha indicato fino agli ultimi istanti del suo pontificato. Sono i missionari e le missionarie impegnati “Dove il Vangelo parla con la vita” come recita lo strillo di copertina del numero di maggio di “Popoli e Missione” che a loro dedica il dossier centrale della rivista. «Dobbiamo imparare dalle Chiese di minoranza, realtà vive, animate, in cui ogni attività, ogni persona che si avvicina per conoscere Gesù Cristo è una conquista, una vittoria grande – sottolinea nell’intervista don Giuseppe Pizzoli, direttore generale della Fondazione Missio -. C’è entusiasmo, semplicità. È la logica del lievito nella pasta, che sparisce, non si vede, ma c’è, e lascia il segno. Anche la Chiesa italiana dovrebbe imparare da questo». Quale sia lo stile di missione lo raccontano le esperienze di padre Andrew Souksavath Nouane, vicario apostolico di Paksé in Laos; di quattro missionarie della Consolata nella parrocchia di Nostra Signora Madre di Misericordia a Urgench, capitale della regione di Khorazm in Uzbekistan; di suor Roberta Pignone, medico e Missionaria dell’Immacolata, direttrice del Damien Hospital di Khulna, in Bangladesh; di suor Laura Gorlato, Fma, missionaria di lungo corso in Tunisia, dove vive presso la scuola primaria di Menzel Bourguiba.

La prima parte della rivista apre con un servizio sul calo della natalità in Paesi come Cile, Brasile e Colombia dove cresce il numero degli anziani mentre diminuiscono i nuovi nati, con proiezioni demografiche inquietanti per i prossimi decenni. Per l’attualità un approfondimento sulla catastrofe provocata da un forte sisma in un’ampia regione in Myanmar, Paese sotto il controllo dei militari al governo, dove i morti e i danni del terremoto si sovrappongono ai problemi di lunga guerra civile di cui non si vede una via d’uscita.

Un ampio servizio sul Mozambico rilegge le ragioni storiche della lunga crisi di questi anni: interessi, tensioni politiche, profughi e migrazioni interne rendono più che mai problematico il quadro di un Paese che oltre 30 anni fa era arrivato alla firma di un accordo che metteva fine alla guerra civile.

Ma come vivono la spinta alla missione i giovani sacerdoti? A margine del 68esimo Convegno missionario nazionale dei seminaristi di Reggio Calabria, alcune voci hanno testimoniato le motivazioni personali che hanno permesso di scoprire o rafforzare la propria vocazione sacerdotale. E c’è anche chi si è innamorato della missione dopo una prima esperienza breve.

Tra i testimoni di speranza che raccontano come si vive il Giubileo nei Paesi di missione, in questo numero parla Rita Usai, consacrata religiosa della Comunità Missionaria di Villaregia. Da 40 anni in missione in America Latina, dal 2014 a Portorico, racconta della Comunità di Arecibo.

Segnaliamo l’approfondimento su come le istituzioni europee sono impegnate su più fronti, per fronteggiare diffusi nazionalismi al suo interno, mentre sul fronte esterno si cerca di far fronte alla minaccia russa e alla guerra in Ucraina (con il progetto del riarmo) e alla “guerra commerciale” innescata dai dazi imposti dall’amministrazione Trump.

Infine il Progetto Pom per gli orfani della diocesi di Kandy in Sri Lanka: sostenere 58 bambini abbandonati e poveri. Questi non hanno nessuno che si prenda cura di loro e nella struttura trovano accoglienza, protezione, istruzione e formazione per crescere e ritagliarsi un posto nella società. Tutti svolgono attività di animazione proposte dall’Opera della Santa Infanzia a livello diocesano e partecipano attivamente alla comunità parrocchiale.