La Chiesa vive, a conclusione del cammino quaresimale (= 40 giorni di preparazione alla Pasqua) la Veglia di Risurrezione, chiamata anche “madre di tutte le veglie” (secondo la definizione di sant’Agostino), per indicare la sua importanza. Ovviamente questa espressione fa subito pensare all’esistenza di altre veglie: è bene dunque fermarsi sulla comprensione della “veglia cristiana”.

Vegliare un malato, rimanere svegli accanto ad un bimbo piccolo, significa dedicarsi a lui ed essere pronti ad ogni sua richiesta. Questo modo di “partecipare” alla vita di un fratello ci può servire per comprendere la preziosità della veglia serale o notturna da parte dei cristiani. Per “veglia cristiana” si intende la preghiera dei cristiani riuniti dopo il tramonto del sole, ha per questo alcune caratteristiche: i simboli usati nella celebrazione di ogni veglia indicano con forza il contrasto tra il buio della notte e il sole che sorge ad illuminare il nuovo giorno, ad esempio con un cero o più luminarie, portate nel luogo del ritrovo in processione e collocate davanti a tutti perché facciano realmente luce ai presenti.

La Veglia pasquale in modo particolare, esprime il passaggio dal buio alla luce, dalla morte alla vita. È una celebrazione eucaristica solenne che celebra la Risurrezione di Gesù e che si tiene dopo il tramonto del Sabato santo e prima dell’alba della domenica di Pasqua. Poiché celebra la vittoria sul peccato e sulla morte da parte di Gesù, è la celebrazione più importante dell’anno liturgico: all’inizio di essa viene narrata tutta la storia della Salvezza attraverso la proclamazione di molti brani della Scrittura e altrettanti Salmi. La Veglia pasquale è già celebrazione propria della Pasqua, poiché non è consentito celebrare l’eucaristia il Sabato Santo, giorno in cui si riflette sulla sepoltura del Signore deposto nel sepolcro.

L’uso di vivere una veglia, da parte delle comunità cristiane, cioè di riunirsi in preghiera dopo il tramonto del sole, è antichissimo. Durante l’anno si svolgono più volte, in particolari momenti: la più nota, come abbiamo già detto, è quella di Pasqua, c’è poi la veglia di Pentecoste (= cinquantesimo giorno dopo Pasqua) e in molti luoghi una veglia di preparazione alla festa liturgica del patrono, la veglia missionaria diocesana, veglie in particolari momenti della vita di una comunità, anche per salutare un fratello defunto con la preghiera del rosario, che consola i familiari facendo percepire la vicinanza della comunità. In ognuna di queste celebrazioni deve ‘emergere’ il significato pasquale che la vita è vittoriosa sulla morte!

In occasione della Giornata dei missionari martiri proponiamo uno schema per organizzare una Veglia di preghiera, in parrocchia o in diocesi.

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