Per presentare il numero di gennaio del mensile per ragazzi “Il Ponte d’Oro”, stavolta cominciamo dalla fine. Sì, perché nelle ultime due pagine della rivista è stata introdotta una novità: “Spazio Educatori” è una nuova rubrica ideata esclusivamente per gli adulti che animano i ragazzi alla missione.

Si tratta di uno spazio contenente idee e suggerimenti per utilizzare con bambini e preadolescenti alcuni contenuti del numero in corso. Con queste pagine, la rivista – completamente pensata, scritta e realizzata a misura di ragazzi – si offre ad una doppia lettura (grandi e piccoli) e raddoppia il suo valore. Dal numero di gennaio in poi, quindi, “Spazio Educatori” arricchirà il mensile e amplierà i suoi destinatari.

Ma nel primo numero dell’anno, un’attenzione speciale viene data anche alla Giornata Missionaria dei Ragazzi, celebrata nella solennità dell’Epifania: in “Fuorisacco” ecco la presentazione del tema scelto per l’edizione 2022 con un approfondimento sul significato dello slogan “Sii il sogno di Dio”, un invito ad impegnarsi per trasformare in realtà il mondo che il Signore immagina e desidera.

Infine ecco lo slogan di copertina: “Chi ruba la pace?”.

Le pagine del dossier aiutano a rispondere a questa domanda. Come? Analizzando alcuni dati che descrivono quante armi vengono prodotte nel mondo, quanti milioni di migranti sono costretti a lasciare il proprio Paese, quale disparità esiste tra il Nord e il Sud del pianeta. Sì, perché tra coloro che “rubano la pace” c’è sicuramente chi produce armi, chi sottrae il futuro ai migranti e chi si accaparra ricchezze in modo smisurato, costringendo altri a fare a meno dell’indispensabile.

Anche altre rubriche parlano di pace: tra queste, l’editoriale dal titolo “Pace bene supremo”, a firma di Kizito, e “Facendo si impara” che offre un tutorial per costruire la “torre delle grandezze” di Maria Montessori, costruttrice di pace.

Tra i vari testimoni di pace presentati nella rivista, c’è suor Arcangela Orsetti, missionaria delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione che da 51 anni vive in Siria e oggi gestisce l’ospedale Saint Louis di Aleppo. Qui, durante gli anni della guerra, ha costruito, con proiettili e bossoli raccolti per le strade, rosari, crocifissi e oggetti che parlano di pace e di vita.

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