La Giornata Missionaria Mondiale è passata e ogni parrocchia dovrebbe aver raccolto le offerte a favore di tutte le missioni (non di una in particolare) contribuendo al Fondo Universale di Solidarietà delle Pontificie Opere Missionarie.

Ma sono tanti i modi per continuare a collaborare alla colletta che tutte le Chiese dei cinque continenti fanno per sostenere l’evangelizzazione in ogni angolo del pianeta. E la fantasia può suggerire modalità di raccolta fondi, per poi aiutare i missionari secondo le indicazioni qui riportate (www.missioitalia.it/sostieni-la-missione/).

A Bukavu, RDC, durante l’inaugurazione della scuola “Père Antonino Manzotti”. Grazie al contributo del gruppo missionario.

Un modo assolutamente originale è quello che ha praticato la signora Zara Barbieri Di Gualtieri, membro del gruppo missionario “Amici di don Tonino Manzotti” di Brescello, nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Per anni, con amiche e conoscenti si è adoperata in prima persona per raccogliere fondi per le missioni e per aiutare famiglia in difficoltà.

Ora Zara non c’è più, ma le figlie e quanti hanno collaborato con lei in questa singolare iniziativa, hanno deciso di proseguire nell’impegno di Zara, contagiando altri e offrendo a tutti un modello semplice e straordinario allo stesso tempo, da mutuare ovunque ci sia buona volontà.

Con le sue amiche, nella più totale spontaneità e generosità d’animo, Zara aveva costituito il “Gruppo cappuccino” che operava così: alla fine della Messa domenicale, tutte si recavano al bar più vicino alla chiesa con l’obiettivo di gustarsi un cappuccino.

Anziché abbinarvi l’immancabile brioche, chi sceglieva la generosità e la costanza di Zara versava l’equivalente in denaro in un apposito fondo; più persone aderivano al “Gruppo cappuccino”, più il gruzzoletto cresceva, fino ad assumere una certa consistenza. A quel punto le offerte andavano a sostenere i missionari.

Ma non finisce qui. Il modo aggregante e contagioso di Zara ha fatto scuola in breve tempo e si è diffuso in tutto il paese: singole persone e piccoli gruppi, anche senza partecipare al rito domenicale del cappuccino, hanno chiesto la possibilità di aggregarsi e versare un contributo per una giusta causa. Ed ecco che la solidarietà si è dilatata: oltre al sostegno dei missionari, non è mancato l’ascolto delle situazioni locali, dove il cuore e gli occhi attenti di Zara e delle amiche comprendevano i bisogni e cercavano di colmarli.

Una tale generosità e un tale impegno sono sembrati troppo preziosi per essere abbandonati quando Zara è morta. Così le figlie, le amiche e gli altri partecipanti al “Gruppo cappuccino” hanno deciso di tenerlo in vita, per continuare quella gara di solidarietà e attenzione che può essere letta come la prima forma di amore.

«Noi “Amici di don Tonino Manzotti”, per onorare e ricordare Zara, abbiamo voluto far conoscere a tutti questo piccolo grande modo di fare, con la speranza che anche altrove ci sia qualcuno che decida di dedicare un “cappuccino” ad una bella causa», spiegano da Brescello.

Grazie a nome di tutti i missionari, Zara, perché con la tua semplice ma preziosa iniziativa hai dimostrato quanto sia facile essere solidali con chi ha bisogno, in ogni luogo quotidiano, come un bar, e in ogni momento della giornata, come una colazione. Basta essere mossi dall’amore per la missione!