Sin dalla sua origine, era il 1843, l’Opera dell’Infanzia Missionaria chiede a tutti i bambini del mondo l’impegno di «un soldino al mese», proprio per volontà del suo fondatore, monsignor Charles de Forbin-Janson, vescovo di Nancy.

Mentre si avvicina la Giornata dell’Infanzia Missionaria – che oggi in Italia è chiamata Giornata Missionaria dei Ragazzi (GMR) – scopriamo come vengono impiegati quei “soldini” che i bambini cattolici di oltre 120 Paesi del mondo mettono da parte nei propri salvadanai e poi inviano alla Pontificia Opera Infanzia Missionaria internazionale, con sede in Vaticano, per sostenere i progetti richiesti dai missionari sparsi nei cinque continenti.

Per entrare nel dettaglio di uno di questi progetti, che i ragazzi italiani sono chiamati a sostenere con i loro “soldini”, ecco un esempio che ci conduce in Cambogia, nella Prefettura apostolica di Battambang.

Qui, nel villaggio di Nikkum, ha sede la Scuola Sant’Andrea.

L’area è rurale e molto povera, tanto che in molte famiglie uno dei due genitori è costretto ad andare a cercare lavoro altrove. Questa situazione crea spesso crisi relazionali. In tale contesto, il ruolo della scuola diventa fondamentale non solo per l’istruzione ma anche per l’educazione dei bambini e per il sostegno alle famiglie.

Le lezioni scolastiche si svolgono dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 15.30. Ogni mattina gli insegnanti e lo staff arrivano presto, per dare il benvenuto agli alunni. Il loro lavoro è quello di dare ai bambini una formazione accademica, etica e sanitaria.

A scuola si studia la lingua khmer e l’inglese, le lettere, l’arte, la matematica, le scienze naturali, la musica. Ci sono anche lezioni per imparare le canzoni, oppure per gli esercizi fisici e per i giochi.

La Scuola Sant’Andrea è stata avviata nel 2008 e oggi vede la frequenza di circa 47 bambini.

Due anni fa il suolo su cui poggia l’edificio si è riempito d’acqua per colpa delle tante piogge che si sono susseguite per settimane: come risultato, c’è stato un indebolimento delle fondamenta che ha creato grandi crepe su alcuni muri; quindi, per proteggere l’integrità della struttura e garantire la sicurezza dei bambini, sono state necessarie delle riparazioni che hanno incluso il rafforzamento delle fondamenta e dei muri.

Il progetto di raccolta fondi – che richiede l’equivalente di 3.200 euro – è finalizzato alla copertura delle spese di riparazione e alla manutenzione della struttura.

Il responsabile della Scuola, padre Rajat Purti, descrive la situazione della famiglia di Chetra, un’alunna dell’istituto che beneficia del sostegno dei coetanei italiani: «Chetra ha sei anni ed è la più piccola di cinque sorelle; suo padre è morto in un incidente stradale cinque anni fa, ma la madre sta cercando in tutti i modi di supportare la famiglia e di mandare i bambini a scuola.

La donna lavora come aiutante in chiesa e Chetra frequenta la scuola senza pagare la retta. Sogna di finire i propri studi e diventare un’insegnante, un giorno. Anche se la sua casa dista due chilometri dalla scuola, lei continua a venire a lezione tutti i giorni a piedi. Noi siamo qui per aiutarla a realizzare il suo sogno».