E’ concreta l’azione della Pontificia Opera Infanzia Missionaria (Poim), che in Italia è rappresentata da Missio Ragazzi. Agisce negli angoli più lontani della terra, con l’attuazione di progetti realizzati grazie alle offerte raccolte dai ragazzi missionari di tutto il mondo.

Tra quelli sostenuti attraverso il Fondo Universale di Solidarietà (FUS), un grande “salvadanaio” dove confluiscono tutte le raccolte per la Giornata Missionaria Mondiale e per quella dei Ragazzi, ne presentiamo uno destinato alla diocesi di Vanimo, in Papua Nuova Guinea, seguito dalle religiose Missionarie Catechiste di Santa Teresa del Bambino Gesù.

Il progetto (n.37) – che verrà finanziato con le offerte raccolte durante la Giornata Missionaria dei Ragazzi – garantisce l’acquisto di materiale pastorale e liturgico per la catechesi dei ragazzi, l’arredo per le aule e per gli spazi esterni, i sussidi per l’educazione familiare, perché quanto appreso – anche riguardo all’educazione ambientale e alla promozione umana – venga riportato nelle famiglie, spesso prive di adeguati strumenti e mezzi per seguire i bambini.

Suor Adelaida de Lumen, responsabile del progetto, in una lettera arrivata a don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio, racconta come i bambini abbiano gradualmente acquisito lo spirito di condivisione che contraddistingue tutti i ragazzi missionari del mondo, indipendentemente dal fatto che siano facoltosi o meno.

«Anche se la raccolta delle loro offerte, portate in tre mesi, è stata davvero minima (ai bambini di Vanimo, seguiti dalle suore missionarie catechiste, manca davvero l’essenziale, ndr), l’importante è che abbiano imparato a dare e a condividere. Di tanto in tanto – confessa suor Adelaida – mi dimenticavo di portare il salvadanaio dentro il quale ognuno avrebbe potuto mettere la propria offerta. Ecco, erano i bambini a farmelo notare, poiché non sapevano dove mettere il loro contributo. Ormai sanno che qualunque cifra raccolta, anche se piccola, sarà condivisa con altri bambini attraverso la Pontificia Opera Infanzia Missionaria».

E questa è la vera essenza dello spirito delle Pontificie Opere Missionarie, che chiedono a tutti i cattolici del mondo un contributo per i loro fratelli dei cinque continenti, indipendentemente dalle proprie possibilità economiche, poiché tutti sono chiamati a dimostrarsi solidali con gli altri, ognuno nei limiti delle proprie possibilità.

Ma le testimonianze di bene nate dall’opera delle suore missionarie catechiste non finiscono qui. Suor Adelaida, infatti, nella sua lettera racconta di un’esperienza che l’ha fatta commuovere: «Recentemente, mentre partecipavo alla celebrazione eucaristica domenicale nella parrocchia di Sant’Antonio, mi sono accorta che una delle giovani lettrici era una ragazza che l’anno scorso frequentava le nostre catechesi. All’epoca, aveva grandi difficoltà a leggere nella sua lingua e io cercavo di insegnarle, fin quando decise di non venire più. Quando poco tempo fa l’ho vista salire sull’ambone, mi sono commossa per la sicurezza che mostrava nel leggere il Salmo davanti a molti fedeli».

Senza dubbio l’opera delle suore non è solo insegnare il catechismo, ma anche accompagnare nella crescita i ragazzi, perché un giorno possano diventare «non solo lettori, ma anche, a loro volta, catechisti o leader di preghiera nelle loro comunità parrocchiali».

E l’esempio di questa ragazza, di cui suor Adelaida racconta, testimonia che tutto ciò è già realtà.

Qui trovi la scheda riassuntiva del progetto n.37.

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