E’ in corso a Tehran un vertice trilaterale tra Iran, Russia e Turchia per definire il futuro assetto territoriale della Siria e prendere misure contro l’ultima enclave nella provincia settentrionale di Idlib, che ancora sfugge al controllo degli Assad.

Tra i principali punti in agenda all’ordine del giorno tra Hassan Rouhani, Vladimir Putin e Tayyp Erdogan c’è infatti l’ipotesi di un nuovo attacco militare congiunto contro Idlib, che rimane l’ ultimo bastione in mano ai ribelli e alle milizie di opposizione al regime.

A scongiurare l’avvio di una nuova escalation militare sono invece gli Stati Uniti di Donald Trump che parlano di «errore umanitario» nel caso di raid aerei contro Idlib.

Al termine di questa giornata ci si attende comunque dai tre leader la firma di un accordo relativo alla Cooperazione militare in corso, e uno sul diritto al ritorno per rifugiati e sfollati, nonchè la creazione di una Commissione d’inchiesta che indaghi sulla sorte di quanti in questi anno sono stati arrestati dalle forze governative e dei quali non si hanno più notizie, e un’indagine sulle persone scomparse durante il conflitto.

Papa Francesco durante l’Angelus di domenica scorsa si è rivolto alla comunità internazionale e a tutti gli attori coinvolti nella guerra, invitandoli a servirsi di ogni strumento diplomatico possibile e ad usare il negoziato per scongiurare una catastrofe umanitaria.

Il conflitto siriano in otto anni ha visto oltre mezzo milione di morti siriani e 11 milioni di sfollati interni e rifugiati tra Libano, Giordania, Turchia ed Europa. 

(foto della città di Idlib sventrata dopo l’ultimo attacco siriano)