“Sono sei anni che non riusciamo a sapere nulla; è vero che è stato rapito in una zona di guerra ma alcune zone sono state ormai liberate dal novembre 2017”. Sono alcune delle toccanti parole di Francesca Dall’Oglio, sorella di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano sequestrato in Siria sei anni fa. Già un anno fa, dopo la liberazione di Raqqah, la famiglia Dall’Oglio aveva fatto appello affinché si potesse indagare nei luoghi della sparizione del loro congiunto. Con la voce rotta dal pianto, Francesca ha ricordato che “Da parte delle istituzioni non abbiamo mai avuto informazioni certe. Manca la percezione che si sia davvero lavorato per Paolo. Non sappiamo se in questi anni sia stato fatto un lavoro di riscontro delle notizie. Abbiamo avuto rassicurazioni e solidarietà ma c’è bisogno di trasparenza che allontani da noi la sensazione che sia stato utilizzato per fini politici”. A conclusione del suo intervento, Francesca  ha voluto ricordare altri rapiti tuttora nelle mani dei loro sequestratori, tra questi la giovane volontaria Silvia Romano e padre Gigi Maccalli della Società Missioni Africane (Sma). Alla conferenza stampa odierna erano presenti anche Giovanni e Immacolata Dall’Oglio, fratello e sorella di padre Paolo, che nei loro interventi hanno richiamato “tutti alle proprie responsabilità”.