Una delegazione della Conferenza episcopale congolese è stata a Bruxelles giovedì scorso, per chiedere al governo belga un appoggio sia diplomatico che finanziario, finalizzato ad incoraggiare la dipartita dell’attuale presidente Joseph Kabila, ancora in sella nonostante la scadenza del mandato.
La richiesta dei vescovi africani è quella di procedere con nuove elezioni «regolari e trasparenti».
Lo riferisce La Libre Afrique, che scrive che la delegazione, guidata dal presidente Marcel Utembi e dal vicepresidente Fridolin Ambongo, è stata ricevuta dal ministro belga della Cooperazione Alexandre De Croo.
Rispondendo alla domanda dei giornalisti se il Belgio stia facendo abbastanza per il Congo, il portavoce dei vescovi congolesi ha risposto con una battuta: «sì, ma se facesse di più non sarebbe troppo».
«Noi vorremmo che queste elezioni mettessero fine alla crisi – ha spiegato poi padre Donatien Nshole, portavoce della conferenza episcopale – Ma c’è il rischio che ciò non avvenga».
Per far in modo che si possa preparare un terreno favorevole a nuove elezioni, la Chiesa ha espresso la speranza che la sospensione delle marce pacifiche dei cristiani, organizzate dal Comitato di Coordinamento dei Laici, possa placare la reazione governativa. E il fatto che l’opposizione cominci ad organizzarsi per la campagna elettorale fa ben sperare in questo senso.
Il 6 aprile è una data chiave nella Repubblica Democratica del Congo: è in agenda il voto della legge sulla ripartizione dei seggi indispensabile per gli scrutini.
La legge avrebbe dovuto esser votata nella sessione parlamentare di fine dicembre ma il regime in quel caso aveva preferito dar la precedenza ad altre priorità per guadagnare tempo.