Prendersi cura dei malati è un atto di compassione e umanità che va ben oltre il fornire cure mediche e terapie. È un impegno profondo nei confronti del benessere fisico, emotivo e psicologico di coloro che affrontano la sfida della malattia.
In questa scheda tematica proviamo a capire l’importanza di accettare la malattia e di offrire sostegno ai malati e a coloro che gli sono accanto: le famiglie.

L’accettazione della malattia è un passo cruciale nel percorso di guarigione. Spesso, le persone malate devono confrontarsi con la frustrazione e l’angoscia dovute alla patologia che vivono. In questi momenti, la comprensione e l’accoglienza da parte dei caregiver e della comunità possono svolgere un ruolo fondamentale nel supportare il malato in questo faticoso percorso.

Non dobbiamo mai dimenticare che i bisogni del malato non si limitano a cure mediche. La visita, la compagnia e il semplice essere accanto, possono avere un impatto profondo sulla sua salute emotiva. La solitudine negli ospedali, accentuata dalla pandemia di COVID-19 e dalle restrizioni che hanno limitato i contatti umani, ha evidenziato ancor di più l’importanza dei gesti di vicinanza, anche quando un abbraccio doveva passare attraverso una barriera di plastica.

Inoltre, la cura della salute mentale è cruciale per i malati e per coloro che li assistono. Ecco perché anche le malattie psicologiche meritano attenzione e supporto, senza alcun pregiudizio o stigma. La resilienza e la forza di volontà dimostrate da coloro che affrontano disturbi psicologici possono essere incredibilmente ispiranti.

Per concludere, vogliamo sottolineare gli aspetti positivi che emergono anche nelle situazioni più difficili. Le Paraolimpiadi e iniziative come l’Associazione Volontari Ospedalieri dimostrano la straordinaria capacità umana di superare ostacoli e di celebrare la vita nonostante le sfide imposte dalla malattia. Questi esempi ci ricordano che, anche in mezzo alle difficoltà, l’empatia, la cura e il sostegno possono portare a risultati straordinari e a una crescita personale che ispira e rafforza l’intera società.

Cosa significa “Prendersi cura dei malati?”, Come te ne prendi cura?
Video testimonianza di Nunzia Cocuzza, che insieme a suo marito Tito Squillaci, seguono l’ospedale di Kalongo in Uganda.

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La centralità della Salute come sinonimo di democrazia e uguaglianza

Nessuno, mai come ora, deve essere lasciato indietro. Bisogna attuare pienamente l’articolo 32 della Costituzione che sancisce il diritto universale a essere curato, ed è necessario dare forza a un approccio “One Health” che tenga sempre più insieme uomo e ambiente, con una visione ampia e globale. Oggi più che mai, dobbiamo investire sulla sanità per portarla nel tempo nuovo che stiamo vivendo, consapevoli che il futuro del Sistema Sanitario Nazionale è il futuro del nostro Paese. 

Prefazione, Relazione sullo Stato Sanitario del Paese, Speranza, 2022

Disabilità nel mondo: 

  • Si stima che circa 1,3 miliardi di persone soffrano di disabilità significative. Ciò rappresenta il 16% della popolazione mondiale, ovvero 1 su 6 di noi presenta una disabilità 
  • Alcune persone con disabilità muoiono fino a 20 anni prima rispetto a quelle senza disabilità.
  • Le persone con disabilità hanno il doppio del rischio di sviluppare condizioni come depressione, asma, diabete, ictus, obesità o cattiva salute orale.
  • Le persone con disabilità si trovano ad affrontare numerose disuguaglianze sanitarie.
  • Le persone con disabilità trovano trasporti inaccessibili e inaccessibili 15 volte più difficili rispetto alle persone senza disabilità.
  • Le disuguaglianze sanitarie derivano dalle condizioni ingiuste affrontate dalle persone con disabilità, tra cui lo stigma, la discriminazione, la povertà, l’esclusione dall’istruzione e dal lavoro e le barriere incontrate nel sistema sanitario stesso.

World Health Organization, Disability, 2023

La salute in Italia: dati e statistiche

La situazione demografica del nostro Paese evidenzia che l’Italia è uno fra i Paesi più “vecchi” al mondo. Secondo i dati Istat, nel 2021 la popolazione di over 65 del nostro Paese contava 14 milioni di persone, di cui la metà over 75. Nel 2020, invece, l’eccesso di mortalità per Covid-19 ha determinato una riduzione della speranza di vita media a 65 anni con un arretramento di circa 10 anni dei livelli dell’aspettativa di vita. La pandemia ha solo rallentato il trend di invecchiamento demografico, non certamente invertito. La presenza di cronicità e di multimorbilità ha un impatto negativo sui livelli di autonomia nelle attività della vita quotidiana e sulla qualità della vita. Dai dati PASSI d’Argento 2017- 2020 emerge che la condizione di disabilità coinvolge il 15% degli ultrasessantacinquenni con la perdita di autonomia nello svolgimento di almeno una delle attività fondamentali della vita quotidiana. In Italia, nel 2020, secondo le stime Istat (Tabella A.1.9), le persone con gravi limitazioni nello svolgimento delle attività abituali sono circa 3,2 milioni (il 5,3% della popolazione). Le prevalenze più alte si osservano nella fascia di età tra 65 e 74 anni (7,6%) e negli ultrasettantacinquenni (21,9%).

Relazione sullo Stato Sanitario del Paese, Ministero della Salute, 2022

Un nuovo criterio per comprendere lo stato di salute: la fragilità

La fragilità è stata definita sulla base dei cinque criteri del fenotipo fisico di Fried (debolezza/ridotta forza muscolare, ridotta velocità dell’andatura, scarsa attività fisica, perdita di peso involontaria, affaticamento/spossatezza, assegnando un punto per ogni condizione presente: 0 = non fragile, 1-2 = pre-fragile, ≥ 3 = fragile). I principali risultati evidenziano che:  il 4% degli anziani risulta fragile e il 44,6% pre-fragile. La prevalenza di fragilità è maggiore nelle donne (quasi il doppio), nei soggetti in peggiori condizioni psico-fisiche e sociali e aumenta con l’avanzare dell’età. La pre-fragilità appare un valido target di prevenzione vista l’alta possibilità di conversione a fragilità nel corso del tempo: il rischio di diventare disabili nel corso di 4 anni è circa triplo nei fragili. 

Il valore e diritto dei primi due anni di vita

I primi 1.000 giorni di vita, dal concepimento ai due anni di età, sono fondamentali per un adeguato sviluppo fisico e psichico e gli interventi preventivi, protettivi e assistenziali realizzati con tempestività in questa primissima fase portano a risultati di salute positivi non solo per il bambino e l’adulto che sarà, ma anche per i genitori, la collettività e le generazioni future.

Qual è uno dei modi migliori con cui un Paese può incrementare la prosperità condivisa, promuovere una crescita economica inclusiva, espandere le pari opportunità e porre fine alla povertà estrema? La risposta è semplice: investire nello sviluppo della prima infanzia. Investire nello sviluppo della prima infanzia è positivo per tutti: governi, imprese, comunità, genitori e operatori sanitari e, soprattutto, neonati e bambini piccoli. È anche la cosa giusta da fare, aiutando ogni bambino a realizzare il diritto a sopravvivere e prosperare. E investire nella Cura dei primi due anni di vita  è economicamente vantaggioso: per ogni dollaro speso in interventi per lo sviluppo della prima infanzia, il ritorno sull’investimento può arrivare fino a 13 dollari. Lo sviluppo della prima infanzia è anche fondamentale per sostenere il diritto di ogni bambino a sopravvivere e prosperare.

 

La salute a livello mondiale
A un terzo dell’umanità negato il diritto alla salute
L’OMS difende il diritto alla salute

 

FILM
Quasi amici (2011) – Regia di
Olivier Nakache e Éric Toledano
La famiglia Bélier (2014) – Regia di Éric Lartigau
Patch Adams (1998) Regia di Tom Shadyac
A beautiful mind (2001) Regia di Ron Howard
Colpa delle stelle (2014) Regia di Josh Boone
Io prima di te (2016) Regia di Thea Sharrock
Tutto chiede salvezza (2022) Regia di Francesco Bruni
Dear Evan Hansen (2021) Regia di Stephen Chbosky

 

LIBRI
L’infinito bambino. Vangeli dall’Africa – Gabriele Pipinato
Probabilità – Arturo Mariani

Dal Vangelo di Marco 2,1-12
Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico «Ti sono perdonati i peccati», oppure dire «Àlzati, prendi la tua barella e cammina»? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

 

PREGHIERA: Signore, fa’ ch’io possa vederti negli ammalati – Madre Teresa di Calcutta
Signore amatissimo,
fa’ ch’io possa vederti oggi e ogni giorno nella persona dei tuoi malati,
e servirti curandoli.
Se ti nascondi sotto la figura sgradevole del collerico,
dello scontento, dell’arrogante,
fa’ ch’io possa ancora riconoscerti
e dire: “Gesù, mio paziente, quanto è dolce servirti”.

Signore, dammi questa fede che vede chiaro,
e allora il mio compito non sarà mai monotono,
sempre la gioia zampillerà quando mi presterò ai capricci
e risponderò ai desideri di tutti i poveri sofferenti…

O Dio, poiché sei Gesù il mio paziente,
degnati anche di essere per me un Gesù che ha pazienza,
indulgente con i miei errori e che tiene conto dell’intenzione,
perché la mia intenzione è di amarti
e di servirti nella persona di ogni tuo malato.
Signore aumenta la mia fede (Lc 17,5),
benedici i miei sforzi e il mio compito, ora e sempre.

  • Vai a visitare i malati: se ci sono persone malate nel tuo condominio, nel tuo quartiere, vai a fargli visita. La presenza di una persona “estranea” alla famiglia fa bene al malato e da conforto anche a chi, ogni giorno , se ne prende cura: fa sentire meno soli. Renditi disponibile per svolgere servizi per loro.
  • Cerca nella tua zona l’Associazione Volontari Ospedalieri: potresti entrarne a far parte anche tu https://federavo.it/126-2/
  • Dona il sangue. Puoi rivolgerti alle associazioni o agli ospedali della tua zona per donare il tuo sangue; ma puoi fare di più! organizza la donazione di sangue nel tuo  comune, nella tua parrocchia. Chiedi aiuto al parroco, organizzate insieme. Basta avere dei locali disponibili e mettersi in contatto con la rete di donazione della tua zona. Un’equipe specializzata verrà con tutta l’attrezzatura necessaria. a quel punto sarà necessario solo fare una buona campagna  pubblicitaria e vedrai che diventerà una bella tradizione nella tua zona.
  • Informati e unisciti alle Campagne di sensibilizzazione sulla donazione di organi, tessuti e cellule
  • Dona la tua voce: sai che con la tua voce potresti leggere libri per chi può solo ascoltarli? l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti cerca donatori per il Centro nazionale del Libro parlato. Scopri come entrarne a far parte e fai conoscere l’iniziativa Clicca qui per saperne di più

Associazione Volontari Ospedalieri
Associazione Donatori di midollo osseo
AVIS
Ufficio nazionale per la pastorale della salute
Libro parlato online