Una festa tra amici, per la maggior parte lontani. Anzi, lontanissimi perché nascosti nelle “periferie del mondo” in cui operano ogni giorno volontari e volontarie al servizio dello sviluppo umano integrale. In questa atmosfera, dopo il video saluto del cardinale Matteo Zuppi, presidente Cei, sono stati assegnati sabato scorso – 12 novembre – i tre riconoscimenti della 29esima edizione del Premio Focsiv a cui partecipa come partner la Fondazione Missio.

I riconoscimenti sono stati attribuiti a:

  • Josefina Domingas José Cappellaro di COPE Tunisia, Premio Volontario Internazionale, che, nata in Mozambico, oggi vive a Tunisi dove è impegnata nel progetto “Ricomincio da te” per l’inclusione di persone con disabilità nella società tunisina;
  • Clarisse Zouré dell’Union des associations des femmes de Garango, Premio Volontario dal Sud, come presidente di un’unione di 52 piccole associazioni femminili delle quali fanno parte più di 1.000 donne del Boulgou, in Burkina Faso;
  • Ricardo Rao, Premio Difensore dei Diritti Umani, per il suo impegno come avvocato indigenista del FUNAI, la Fundação Nacional do Índio, organizzazione del Governo brasiliano in difesa delle terre e dei popoli dell’Amazzonia, rifugiato a Roma dopo avere ricevuto minacce di morte.

«Dobbiamo essere quel granello di senape che produce speranza, come dice il Vangelo. Questo è il lavoro della Focsiv, la sua volontà e capacità di rafforzare la solidarietà e la cooperazione allo sviluppo in modo sempre più incisivo ed efficace – ha sottolineato nell’introduzione Ivana Borsotto, presidente Focsiv –. In questa giornata si vuole riflettere su un mondo in cerca di equilibrio, sopra quella follia che minaccia il futuro dell’umanità. Sugli esseri umani, che siamo natura, vita materiale, interessi e passioni, fisico che partecipa al Creato».

Durante il workshop “Essere umani, esseri umani. Alla ricerca di un equilibrio, sopra la follia” è stato ripercorso il cammino di questi ultimi 50 anni dalla stagione post conciliare alla realtà di oggi in cui Focsiv rappresenta 94 organizzazioni attive in 80 Paesi del mondo, nelle periferie abbandonate, nei villaggi lontani, nelle carceri disumane, nelle rotte migratorie, anche le più feroci, nei conflitti, nei campi profughi, nei Paesi devastati dalle guerre, nei luoghi colpiti dai disastri ecologici e dal fenomeno dell’accaparramento delle terre.

Mezzo secolo di vita di Focsiv è una occasione speciale per ricordare l’impegno, ha detto ancora Ivana Borsotto, di «oltre 28mila volontari internazionali che, in questi 50 anni, sono stati e sono parte dei popoli e delle comunità che lottano per i diritti umani, per la dignità del lavoro, per la giustizia e per la pace. Oggi, come ieri, con una ispirazione cristiana rinnovata dalla Laudato Si’ e dalla Fratelli Tutti, la presenza e l’impegno dei soci della Federazione si concretizzano in tanti progetti di cooperazione – dalla salute alla istruzione, dalla sicurezza alimentare alla cura dell’ambiente, dallo sviluppo della piccola impresa contadina e artigiana alla promozione dell’associazionismo, dal sostegno delle comunità locali al dialogo interreligioso – con l’obiettivo di tradurre la grammatica dei diritti in pratica quotidiana».

I festeggiamenti continuano oggi – lunedì 14 novembre – con l’udienza di papa Francesco ai rappresentanti delle 94 ong socie Focsiv, e nel pomeriggio con la piantumazione di un ulivo nel Giardino dei Giusti di Villa Pamphili a Roma. Un albero dedicato alla cooperazione internazionale: ai tanti uomini e donne che quotidianamente sono impegnati in varie parti del mondo come costruttori di pace e a tutti coloro che, in questi anni, hanno perso la vita.