Alla fine di un anno difficile, è tempo di bilanci e di attesa.

“Il dono del Natale” è il titolo di copertina del numero di dicembre di Popoli e Missione che propone ai suoi lettori un dossier dedicato a scoprire come giocano i bambini del Sud e del Nord ricco del mondo: una specie di “giro del mondo in mille giocattoli” che racconta stili di vita, tradizioni e modi di svago o apprendimento dietro cui si sviluppa un colossale business internazionale. Dai dispositivi elettronici alle macchine create con lattine e materiali scartati, le disuguaglianze tra Paesi e culture cominciano da ciò che può essere usato nei primi anni di vita per scoprire sé stessi e il mondo. Anche nei luoghi più poveri del pianeta, la creatività infantile non si esprime soltanto inventando giocattoli poveri e al tempo stesso unici e originali, ma anche usandoli insieme agli amici. L’amicizia e il piacere di condividere sono la ricchezza di chi non ha mai fatto un capriccio per avere un gioco alla moda o uno dei prodotti più gettonati esposti in vetrina dalle multinazionali dell’intrattenimento e del gioco.

Nelle pagine dedicate all’attualità, un interessante servizio sui diritti umani vietati in Egitto, sotto la dittatura del presidente al-Sisi, dove sospetti e connivenze si accumulano dietro delitti come quello di Giulio Regeni o carcerazioni arbitrarie come quella di Patrik Zaki. Sembra che nel Paese tutto possa restare impunito, malgrado le denunce e le prese di posizione internazionali, grazie a un sistema di collusioni e ritorsioni, come spiega nell’intervista il professor Giuseppe Acconcia, docente di Geopolitica del Medio Oriente dell’Università di Padova.

Una voce contro il dittatore del Nicaragua, Daniel Ortega, arriva dalla Spagna in cui ha scelto di vivere in esilio, lo scrittore Sergio Ramirez, interprete del sandinismo dissidente e democratico. Dopo la chiusura dell’ultima testata, il Nicaragua è oggi l’unico Paese al mondo senza un giornale stampato, perché, dice lo scrittore, «si sono ormai chiuse tutte le porte della democrazia».

Uno sguardo sull’Africa ci mette di fronte alla crisi di strutture sanitarie adeguate in Paesi come Etiopia, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana, dove si muore di febbre nera e morbillo. L’emergenza pandemica, ma soprattutto le guerre e le violenze dei militari hanno portato al collasso le poche realtà funzionanti, lasciando sul campo medici stranieri come nel caso degli operatori di Emergency in Centrafrica.

In Medio Oriente, a Betlemme ci affacciamo sulla “Casa dei Magi”, antico edificio della famiglia Fleifel trasformato in un luogo vivo di incontro, promozione umana e sviluppo, per mostrare al mondo che i palestinesi sono un popolo-ponte da conoscere e valorizzare.

E finalmente eccolo: il Natale dei missionari, raccontato dagli angoli più lontani del mondo, anche nei Paesi in cui a dicembre la temperatura sale oltre 40 gradi, dove in molti non hanno niente da mettere sotto i denti oppure dove, come in Thailandia, il 25 dicembre è solo una festa senza significati religiosi. Il grande impegno dei missionari è testimoniare, raccontare Gesù a chi non ne ha mai nemmeno sentito parlare o è indifferente al messaggio del Vangelo. In Etiopia si festeggiano due date diverse a seconda delle comunità cattoliche o ortodosse; ma si tratta di una festa molto sentita anche se nei villaggi mancano luce e gas e la povertà degli abitanti è grande. Il Natele nelle Isole Salomone è la festa più attesa dell’anno, e nell’arcipelago le famiglie si riuniscono: dall’Oceania, il segno di una luce che brilla sul mondo.