Sono oltre 40mila e stanno attraversando la penisola con una sola meta: Roma. Vengono da 195 diocesi delle 226 presenti in Italia e hanno tra i 16 e i 29 anni e stanno vivendo il pellegrinaggio come esperienza di comunione. Un percorso che non solo simbolicamente li aiuta a crescere e a raggiungere le mete davvero importanti della vita. Come l’appuntamento ormai prossimo con papa Francesco sabato 11 e domenica 12 agosto al Circo Massimo e a Piazza San Pietro, con un programma fitto di eventi, testimonianze, momenti di riflessione e di preghiera. Un evento corale che apre le porte alla celebrazione del prossimo Sinodo che si terrà dal 3 al 28 ottobre e che è appunto dedicato a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. E mentre i giovani pellegrini convergono su Roma visitando lungo la via chiese, santuari e luoghi in cui la carità si incarna in opere, accoglienza, testimonianza, a Roma si stanno ultimando i preparativi per l’accoglienza di oltre 70mila giovani.

Se ne è parlato oggi nella conferenza stampa presso la Radio Vaticana, introdotta da don Ivan Maffeis, direttore Ufficio Comunicazioni sociali della Cei, durante la quale monsignor Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Cei ha sottolineato che «Un esercito di giovani marcia pacificamente verso di noi. Anche 120 vescovi italiani camminano con loro, condividendo una esperienza formativa che avvicina le persone, mettendole una accanto all’altra. Molti di loro sono figli unici, si abituano a condividere il cammino con gli altri» Aspetto pedagogico di rilievo in tempo di amicizie virtuali e di un monte ore sempre più alto speso a frugare negli smartphone. Oggi è più che mai importante ribadire l’importanza della pastorale giovanile, ha spiegato il porporato, perché «i giovani non sono un oggetto di cui la Chiesa si interessa, ma un soggetto vivo, come emergerà bene durante i lavori del prossimo Sinodo». Infatti il cardinal Bassetti ha detto che «saranno i giovani a dirci cosa si aspettano dalla Chiesa», ricordando che Paolo VI ripeteva che ci sono importanti affinità tra i giovani e la Chiesa «perché la Chiesa è sempre giovane e si rinnova continuamente con la forza dello Spirito Santo. Giovani e Chiesa devono sempre più sentirsi alleati».

Il tema della formazione umana e religiosa delle giovani generazione è particolarmente caro al cardinale Bassetti che ha ricordato la sua lunga esperienza come educatore: «I giovani hanno nel cuore una sete di infinito che purtroppo viene soffocata da un’effimera mondanità. Però c’è questa potenzialità grande….». E la Chiesa deve saperla valorizzare, vincendo pessimismi, ma anche rosee visioni sommarie e superficiali. Alla fine di ogni analisi, ogni ragazzo chiede di essere riconosciuto in un mondo che sembra non avere spazio per loro, tanto da spingere molti a lasciare il loro Paese per cercare lavoro all’estero. «C’è bisogno di dialogo, e mi sembra che papa Francesco stia facendo questo» ha concluso il presidente della Cei. Don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, ha illustrato l’intenso programma della due giorni giovanile romana. Davvero ricco di eventi dai concerti rock al silenzio delle veglie nella notte bianca in molte chiese e basiliche romane.

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