Nelle terre amazzoniche sono molti i conflitti legati alla gestione della terra e alle problematiche sociali e ambientali. Negli ultimi due anni si sono registrati 1308 conflitti e 118 uccisioni, sette delle quali hanno riguardato donne vittime di violenza, che hanno combattuto per le loro famiglie e per i loro territori.

Il dato emerge dall’Atlante socio-territoriale dei conflitti nella Panamazzonia appena pubblicato dal Foro Social composto da diverse sigle. Tra queste: l‘associazione Minga e Università dell’Amazzonia (Colombia); Federazione nazionale delle donne contadine Bartolina Sisa (Bolivia); Istituto del bene comune (Perù); e dal Brasile il Gruppo di ricerca su terra e territorio in Amazzonia presso l’Università Federale di Amapá, Osservatorio per la democrazia, i diritti umani e le politiche pubbliche e il Coordinamento della Pastorale della terra.

Le cause principali di violenza e morte sono legate all’estrazione mineraria e petrolifera. In Brasile è stata registrata la maggior parte degli omicidi, ben ottanta (sei dei quali di donne), nonché tentativi di omicidio (100), minacce di morte (225) e aggressioni di vario tipo (115), nel contesto della criminalizzazione dei leader e di soggetti provenienti da comunità in conflitto. 351 persone sono state detenute, arrestate o sottoposte a procedimenti giudiziari per la difesa del proprio territorio.

Il Perù ha registrato nove morti nella regione amazzonica, mentre in Bolivia non sono stati segnalati decessi. La violenza rispetto alle proprietà, in forte avanzata, si è concretizzata in 401 sfratti di terra e 380 casi di distruzione di case, raccolti o altre proprietà. 375 di questi casi riguardano il Brasile.
L’agrobusiness – allevamento intensivo di bestiame e coltivazione di monocolture (come soia, cotone, palma da olio, eucalipto) – rappresenta, in Brasile, il 60% delle cause di conflitto registrate, mentre nel complesso dei quattro Paesi questa è la causa del 43% conflitti.

In Perù, l’estrazione mineraria (citata come causa di 22 conflitti) e l’estrazione di petrolio e gas (in 18 conflitti) predominano come principali cause dei conflitti: il 56% del totale. L’estrazione mineraria rappresenta in generale il 4,9% delle cause di conflitti registrate nel totale dei quattro Paesi.

Altra causa è la deforestazione: questa motivazione viene chiamata in causa nel 13,10% del totale, con 139 conflitti. In Bolivia la percentuale sale al 43%. Le piantagioni di prodotti illeciti (e di coca in particolare) rimane un problema emblematico nell’Amazzonia colombiana, dove sono stati registrati 27 conflitti, ma la causa principale dei conflitti nel Paese è la costruzione di infrastrutture di trasporto (come strade, ponti, dighe). (fonte: agenzia Sir).