Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Ecclesia in Oceania (22 novembre 2001)
Lectio divina e Sacra Scrittura (n. 38)
La Chiesa «esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli […] ad apprendere la “sublimità della conoscenza di Cristo Gesù” (Fil 3, 8) con la frequente lettura delle divine Scritture […] Ricordino però che la lettura della Sacra Scrittura dev’essere accompagnata dalla preghiera, perché ci sia un colloquio tra Dio e l’uomo; poiché “quando preghiamo, parliamo con lui; lui ascoltiamo, quando leggiamo gli oracoli divini”» (Dei Verbum, n. 25). La parola di Dio nell’Antico e nel Nuovo Testamento è fondamentale per tutti i credenti in Cristo ed è la sorgente inesauribile dell’evangelizzazione. La santità di vita e l’attività apostolica efficace nascono dal costante ascolto della parola di Dio. Una rivalutazione della Scrittura ci permette di ritornare alle fonti della nostra fede e di incontrare la verità di Dio in Cristo. La familiarità con le Scritture è richiesta a tutti i fedeli, ma particolarmente ai seminaristi, ai sacerdoti e ai religiosi. Occorre incoraggiarli ad impegnarsi nella lectio divina, quella meditazione calma ed orante della Scrittura che permette alla parola di Dio di parlare al cuore umano. Tale forma di preghiera, privata o in gruppo, approfondirà il loro amore per la Bibbia e la renderà parte essenziale ed elemento vivificante della loro vita quotidiana.