L’Earth Overshoot Day arriva in anticipo anche quest’anno. Cade infatti oggi, 29 luglio 2019, il giorno in cui si esauriscono tutte le risorse che il nostro pianeta è in grado di generare nell’anno. Trent’anni fa il “giorno-limite” cadeva in ottobre, vent’anni fa verso la fine di settembre. Si tratta in sostanza di una data che ogni anno subisce uno slittamento a ritroso, a dimostrazione del fatto che il consumo di quello che la Terra offre è sempre più accelerato.

Ad annunciare la data è stata anche quest’anno il Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che ha stimato per il 2019 un consumo delle risorse del nostro pianeta pari a 1,75 pianeti. La velocizzazione progressiva del cosiddetto “sovra-sfruttamento” è dovuto al fatto che intaccando il capitale naturale del pianeta viene compromessa la sua capacità futura di rigenerazione delle risorse. Fenomeni come la deforestazionel’erosione del suolola perdita di biodiversità e l’accumulo di anidride carbonica in atmosfera sono tra gli effetti più percepibili dell’utilizzo eccessivo di quello che la Terra ha da offrire. Da rilevare che gli  stessi cambiamenti climatici e i sempre più frequenti fenomeni di siccità, incendi e uragani sono legati a questi processi invasivi, di sfruttamento del nostro pianeta, specialmente in relazione all’effetto serra causato dall’accumulo di CO2.

A questo proposito è illuminante l’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco che affronta la questione ecologica non come tema a sé stante, ma come parte integrante della vita sociale, politica, economica, culturale a livello planetario. Il paradigma dell’ecologia integrale, proposto dal pontefice, guarda alla realtà del nostro povero mondo cogliendo lo stretto intreccio delle relazioni tra sistemi sociali e sistemi naturali: “Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale – scrive il papa – bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura” (LS, n.139). Chi ha orecchie per intendere, intenda.

 

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