Riscoprire i valori comuni dell’Europa, superando paure e tentazioni sovraniste, per tornare allo spirito dei padri fondatori.

E’ l’auspicio del mondo cattolico per una virata europea verso pace e solidarietà, che erano alla base del progetto di Unione Europea.

Ne hanno discusso oggi, presso la sede dell’Azione cattolica a Roma, i curatori del libro corale EurHope, edito dalla Ave e frutto della collaborazione tra Caritas, Missio, AC e Focsiv.

«Alla comprensibilissima paura scatenata dalle sfide globali –  ha detto Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea e autrice della prefazione – si è data la risposta sbagliata».

«La paura è un sintomo ma non può essere la risposta – ha aggiunto – Noi dobbiamo muoverci da una prospettiva di consapevolezza e orgoglio per tutto quello che abbiamo costruito in questi sessanta anni di Unione Europea», a partire da un corpus di diritti fondamentali, che hanno sviluppato welfare, tutela dei consumatori e dell’ambiente, un capitalismo «dal volto umano». 

E se il «Il brand Europa rappresenta un modello di qualità», come dice la Cavassi, da europei e soprattutto da cattolici, «non possiamo non ritrovare le ragioni del nostro stare insieme, dentro le grandi questioni internazionali, suscitando riflessioni condivise», ha suggerito Matteo Truffelli, presidente dell’Azione Cattolica Italiana.

Ma che ne è della solidarietà in questa Europa che ha perso l’orientamento?

Padre Giulio Albanese, direttore delle riviste di Missio, e autore di uno dei capitoli del volume, riflettendo sulla mancata accoglienza, dice che «come cattolici non possiamo parlare di Europa senza fare un mea culpa» per tutta «l’umanità dolente».

Non si può stare insieme solo per motivi economici- dice – : «finora nell’Ue abbiamo perseguito un’idea economica e non politica», non avendo compreso che «quello che succede nelle periferie del mondo ha a che fare con la nostra quotidianità ed è una sfida culturale».

La dottrina sociale della Chiesa ci spingerebbe a riconoscere «il bene comune, la sussidiarietà e la solidarietà» come valori, ma le politiche di respingimento ci riportano indietro verso altri lidi.

Anche per don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, «per amore dell’Europa non possiamo tacere, anche se oggi c’è grande incertezza».

Don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio ha spiegato che sebbene in apparenza il mondo missionario sia lontano dall’Europa, l’interconnessione tra le due realtà è sempre più viva.

Citando il libro EuroHope, ha ricordato che «siamo europei quando la pace e la solidarietà diventano fondamento delle nostre comunità locali e  nazionali e della nostra famiglia umana». La responsabilità collettiva per ciò che avviene dall’altra parte del mondo, deve guidarci. «Il sogno dell’Europa che hanno le persone nei Paesi in via di sviluppo non può essere un sogno economico.

L’Europa diventi paradigma e modello di una globalizzazione vera».

Per Laura Stopponi, tra i curatori del volume EurHope e responsabile dell’Ufficio Europa di Caritas Italiana, «è necessario recuperare fiducia nelle istituzioni europee», a partire da una maggiore responsabilità collettiva. 

«L’Europa nata dalle macerie della guerra – ha spiegato Stopponi in una intervista a margine -aveva ricostruito un’economia che partiva dall’uomo e lo metteva al centro. Si preoccupava dell’altro e di come essere solidali, soprattutto nella difficoltà».

Si tratta di riscoprire questo ruolo: la parte efficace e ‘umana’ delle istituzioni europee, portandola sul territorio. L’Ue non è solo fatta di macro-economia.

«Nelle nostre parrocchie, nei nostri centri d’accoglienza e nei centri diurni – spiega Laura Stopponi – laddove ci sono persone in difficoltà, come si fa a parlare di Europa quando per Europa si intendono solo Banca Centrale Europea e commissione europea?».

L’Europa è altro ed è capillare non verticistica: è poter accedere a «dei servizi che l’Unione mette a disposizione dei più fragili, dalla banca del lavoro per i giovani ai fondi per l’apprendistato» ai diversi  programmi sociali di lotta alla povertà.

Il volume EurHope è composto di tre parti: ridare speranza al progetto europeo, conoscere e capire l’Europa, ed Esercizi di cittadinanza europea.