«Ho cercato con gli occhi e con il cuore di catturare le prime “fotografie“. Ci sono zone che sembrano rurali: strade in terra battuta, case semplicissime, che sembrano in costruzione, senza intonaco e finestre, luoghi dove il pulmann arriva poche volte al giorno, con negozi quasi inesistenti, qualche “buchetto” che funziona da bar, la gente vestita molto semplicemente».
E’ il racconto di Raffaella Campana, della Comunità missionaria di Villaregia, da alcuni mesi in Brasile. Ha inviato a Missio una lettera in cui racconta le prime impressioni su una missione appena iniziata.
«Ho trascorso alcuni mesi nella nostra Comunità di Belo Horizonte, in Brasile per questioni di documenti. Questo tempo mi ha anche aiutata a riprendere abbastanza il portoghese e potermi aggiornare un po’ sulla situazione brasiliana- scrive – Ora mi sto ambientando qui nell’estrema periferia di San Paolo, in una zona che non conosco e per cui tutto è nuovo: la casa, la gente, le persone che si mettono a disposizione per portare avanti con noi la vita di comunità e l’amore ai più piccoli. La zona dove siamo è un pezzetto di paradiso, in quanto a natura: piante, fiori, un lago, colline, uccelli di varia qualità».
La missionaria prosegue dicendo che «altre zone sono proprio le tipiche “favelas” che si vedono in alcune immagini: casette ammucchiate, costruite in terreni scoscesi e impervi, stradine strettissime dove passa appena una persona per volta, scale in terra battura ripide, infrastrutture quasi inesistenti. Ci sono zone con baracche che non sono nemmeno in muratura, ancora con parti in plastica e in materiali di fortuna».