Il termine “triduo” (dalla parola latina “triduum”) indica un periodo di tre giorni consecutivi e, in riferimento alla Pasqua cristiana (la festa più importante del tempo della Chiesa), indica gli eventi legati ai tre giorni che precedono il giorno della Pasqua. Nel “triduo pasquale” i cristiani ripercorrono il cammino (e la ‘tensione sofferta’!) che ha “attraversato” Gesù stesso.

Nel giovedì santo la Chiesa vive la celebrazione dell’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli ed il gesto del lavare i piedi ai commensali, compiuto alla fine della stessa cena. Nella sera del giovedì le chiese rimangono aperte fino a tardi e, in un clima di silenzio e raccoglimento, si ricorda la preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani e il suo arresto da parte dei soldati inviati dal Sinedrio (gruppo formato dai capi religiosi, scribi e dottori della legge ebraica).

Il venerdì santo (secondo giorno del triduo pasquale) si ricorda la condanna a morte di Gesù eseguita fuori dalle mura di Gerusalemme, mediante crocifissione e, intorno alle tre del pomeriggio, la sua morte e sepoltura nel sepolcro collocato accanto al luogo del supplizio. Il venerdì è il giorno in cui Gesù muore ed è l’unico dell’anno in cui non viene celebrata l’eucaristia, giorno in cui regnano silenzio e meditazione.

Il sabato sera la comunità cristiana vive la veglia di risurrezione che completa il triduo pasquale. Questa veglia è molto suggestiva (soprattutto per chi ha vissuto il giovedì e venerdì santo, prendendo parte alle varie liturgie con la comunità): avviene non prima del tramonto del sole ed inizia con la liturgia della luce, che prevede l’accensione del fuoco fuori dalla chiesa e il graduale illuminarsi dell’assemblea attraverso l’accensione del grande cero (detto per questo “cero pasquale”) e dei lumi che la gente tiene in mano. L’assemblea vi partecipa seguendo i segni tipici della liturgia battesimale: il fuoco e la luce, la Parola di Dio proclama ampiamente, nella quale viene presentata una sintesi di tutta la storia della Salvezza. Segue la professione della fede e la benedizione dell’acqua posta nel fonte battesimale.

Non vi è celebrazione più solenne che quella della veglia pasquale, chiamata “madre di tutte le veglie”, unita alla celebrazione dei tre giorni che l’hanno preparata, cioè il Triduo Pasquale. Non vi può essere celebrazione più significativa, per un cristiano, che il triduo di Pasqua.