Prosegue l’incontro dei missionari italiani in Perù, dove si sono svolti due importanti appuntamenti: la visita al sito San Mateo de Huanchor, dominato dall’impressionante “lingua” di materiale di scarto delle lavorazioni delle miniere, e l’intervento di padre  Pedro Hugues, rappresentante della rete PanAmazzonica. San Mateo de Huanchor, a 4200 metri, è  un luogo fortemente contaminato, che ha generato pesanti problemi di salute tra la popolazione locale, costretta ad organizzarsi in un comitato sostenuto dalla Chiesa cattolica, per fare pressione sulle autorità competenti affinché prendano misure. Se non ci fossero le loro voci il problema sarebbe completamente ignorato dalla multinazionale che da anni estrae minerali dalla montagna, senza attenzione all’ambiente e alla salute della gente.

Il secondo importante appuntamento di questi giorni è stato l’incontro dei nostri missionari con padre Pedro Hugues, stretto collaboratore del cardinal Barreto, arcivescovo di Huancayo in Perù. Padre Pedro ha ricordato, seguendo le indicazioni della ´Laudato si´, che oggi nel contesto mondiale esiste un´unica crisi con due aspetti fondamentali: quello economico/sociale, che miete vittime principalmente sui poveri, e quello ecologico/ ambientale, la cui vittima è il pianeta stesso. Cambiamento climatico, siccità, distruzione delle specie animali e vegetali sono le devastanti conseguenze degli squilibri climatici in atto. Il sacerdote ha invitato quindi i missionari presenti a mettere nella mente e nel cuore un´unica passione: vincere la povertà e proteggere la terra. Parlando poi del Sinodo sull´Amazzonia ha ricordato che questo nasce dalla periferia geografica: Amazzonia è il suo nome. Un territorio strozzato dall´enorme investimento del capitale straniero per l´esportazione di minerali e l´invasione delle monoculture agricole, soprattutto la soia.

Da questa esperienza periferica, che è la vita e la saggezza dei popoli dell´Amazzonia, può venire un messaggio e un insegnamento prezioso per tutto il mondo: se vogliamo proteggere il mondo, nostra casa comune, è importante costruire una armonia profonda fra l´uomo  e la natura, sentirsi parte del creato e non ´padroni´ della terra.

 

Foto: Paolo Annechini