E’ stato un convegno fruttuoso, quello organizzato da Missio Ragazzi dal 9 all’11 marzo scorsi a Roma, che ha visto la partecipazione di 60 incaricati diocesani provenienti da diverse regioni d’Italia. Tre giorni di approfondimenti e confronti, partendo dallo slogan “Vivi…e #passaParola” scelto per la Giornata missionaria dei Ragazzi (GMR) del 2019.

Un momento di partecipazione operativa e intensa è stato quello dei laboratori: un intero pomeriggio di confronto ed elaborazione degli strumenti di animazione missionaria utili per l’anno a venire, come il sussidio annuale e le attività da vivere per concretizzare i quattro impegni del Ragazzo Missionario (preghiera, condivisione, fraternità, annuncio).

Tanti i relatori che si sono succeduti. Nella sua appassionata relazione, Antonella Duilio, psicoterapeuta e consacrata dell’Ordo Virginum della diocesi di Aversa, ha chiesto agli educatori di osare, di diventare per i propri ragazzi «facilitatori di sogni, perché più grande è la capacità di sognare, più ampio è il cammino che può essere percorso». Certo non è facile.

Non si può negare che nell’educazione alla fede oggi, più che mai, ci sia bisogno di nuove categorie, nuovi linguaggi per rendere più efficace l’annuncio del Vangelo.

Per questo la psicoterapeuta ha aiutato i convegnisti a comprendere nel profondo chi sono i destinatari dell’animazione missionaria e in quale realtà sociale, culturale, familiare si trovano immersi i bambini di oggi.

Anche don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio CEI per la pastorale della famiglia, durante l’omelia della Messa che ha presieduto, ha contribuito a delineare la preziosità del compito di educare, paragonando i convegnisti a cercatori di perle, icona del Vangelo: «Nel vostro anelito missionario – ha detto – siete cercatori di perle: custodi di bambini, ragazzi, adolescenti. Avete una cristalleria tra le mani».

Centrato sul brano del Vangelo di Luca (capitolo 2, versetto 52) – «Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» – l’intervento di suor Roberta Arcaro, missionaria delle suore Francescane Angeline, appena rientrata dal Ciad, ha richiamato i presenti a riflettere sul loro compito di educatori alla fede: «Il vostro scopo è uno solo: aiutare i ragazzi a diventare adulti, cioè a saper leggere e annunciare il Vangelo. A nulla – ha concluso suor Arcaro – valgono tutte le dinamiche di animazione proposte, se non sono nutrite dalla Parola».

La missionaria, poi, è scesa nel concreto: «Gli educatori chiamati ad essere maestri – ha aggiunto – non devono considerare il bambino come qualcuno da indottrinare: i ragazzi sono portatori di un mistero intrinseco che è la grazia di Dio. Come educatori dobbiamo orientare, non manipolare: non sono le competenze che dobbiamo dare ai più piccoli, ma la consapevolezza dell’essere figli di Dio».

Particolarmente appassionante è stata la testimonianza di un missionario che per 16 anni ha annunciato il Vangelo in Hong Kong – Cina: è padre Luigi Cantoni, sacerdote del Pontificio Istituto Missioni Estere, che ha vissuto proprio in quella parte di mondo da cui quasi due secoli fa arrivavano notizie così terribili sulla condizione dei bambini, che spinsero il vescovo di Nancy, monsignor Charles de Forbin-Janson, a fondare l’Opera dell’Infanzia Missionaria.

«Un aspetto fondamentale dell’essere missionario ad gentes che ho imparato in questi anni – ha raccontato padre Cantoni – è l’ascoltare. Arrivare in un Paese dove la lingua è lo scoglio maggiore, ti insegna a fare questo».

Il missionario ha spiegato che tra i cristiani in Cina la dimensione comunitaria è molto forte: «Anche il missionario deve ascoltare la sua comunità: non è uno che arriva e spiega chi è Gesù; il missionario è uno di loro, che deve ideare i programmi insieme a loro, mangiare insieme a loro, vivere la comunità con loro».

A concludere il convegno è intervenuto monsignor Nunzio Galantino, Segretario generale della CEI. Presiedendo la messa domenicale, si è rivolto direttamente ai convegnisti: «Auguro a tutti voi di riprendere il cammino di formazione e testimonianza nelle vostre realtà locali. Grazie per quest’ansia missionaria che diffondete nella Chiesa: una Chiesa che non è missionaria, non è Chiesa», ha chiosato.

Don Mario Vincoli, responsabile di Missio Ragazzi, ha concluso i lavori tirando le fila degli stimoli e delle proposte elaborate nella tre-giorni. Il sacerdote ha spiegato che nella programmazione pastorale una cosa è il contenuto, un’altra è lo stile: «Missio – ha precisato – deve dire a tutte le diverse realtà locali ecclesiali: “Programmatevi come volete, ma impegnatevi per una pastorale in chiave missionaria”», proprio quella di cui parla papa Francesco al numero 33 dell’Evangelii Gaudium.

L’invito di don Vincoli ha trovato consenso tra i partecipanti, consapevoli di essere chiamati a rientrare nelle proprie realtà locali per diventare megafoni della tensione missionaria di cui la Chiesa non può fare a meno.

(l’articolo sarà pubblicato anche sul numero di aprile di Popoli e Missione)