«Oggi è necessario un nuovo impulso nell’ attività missionaria della Chiesa per affrontare la sfida di annunciare Gesù morto e risorto. Arrivare alle periferie, agli ambienti umani, culturali, religiosi ancora estranei al Vangelo: in questo consiste quella che chiamiamo la missio ad gentes. Non dobbiamo dimenticare che il cuore della missione della Chiesa è la preghiera». Così, in un minuto soltanto papa Francesco sintetizza lo spirito del Mese Straordinario Missionario in un video presentato in conferenza stampa presso la Sala Stampa Vaticana, dal significativo titolo “Primavera missionaria della Chiesa”. Il video, realizzato dalla Rete mondiale di preghiera del papa, è la chiave di volta che nel primo giorno dell’Ottobre missionario, apre il fitto programma di incontri, eventi, riflessioni e testimonianze che ci permetteranno di meditare e vivere il tema dello slogan “Battezzati e inviati”.

Dopo padre Frederic Fornos, direttore della Rete mondiale di preghiera del papa, ha preso la parola il cardinale Fernando Filoni, prefetto della congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli che ha ricordato che a 100 anni dalla lettera apostolica Maximum Illud di Benedetto XV è bene interrogarci su come «ripensare all’ opera missionaria che quel documento aveva presentato, rispecchiando la realtà di quel tempo. Così è nata l’idea del Mese straordinario, anche e soprattutto nella dimensione della Chiesa universale». Un invito rivolto dunque non solo agli Istituti missionari e agli “addetti ai lavori” ma piuttosto un coinvolgimento allargato a tutto il popolo di Dio, a quanti sono battezzati e in quanto tali inviati ad annunciare.

Il cardinale ha spiegato che «la nostra congregazione ha sempre una attenzione speciale per la missione ad extra, verso la gran parte dell’umanità non conosce Gesù Cristo; certo non possiamo ignorare che la missione oggi non è in bianco e nero, ma è anche ad intra e inter: la Chiesa è presente tra le genti, ma anche nelle società di antica evangelizzazione che hanno ancora bisogno di incontrare il Vangelo e i suoi testimoni. Il Mese Straordinario Missionario 2019, ci aiuta ad allargare gli orizzonti, ricordando una immagine cara a Charles Peguy e pensando ad una Chiesa in cui si cammina passando di portico in portico. Il primo è quello della Maximum Illud, il secondo è quello del Concilio vaticano II con l’ Evangeli Nuntiandi di san Paolo VI, il terzo ospita la Redemptoris Missio di san Giovanni Paolo II e infine l’ultimo è quello in cui troviamo l’Evangeli Gaudium di papa Francesco. Questo è il fil rouge che ci porta ad oggi e ci aiuta a riscoprire la consapevolezza di un nuovo slancio missionario nella vita e nella pastorale. Affinché come dice il papa “tutti i fedeli abbiano a cuore l’annuncio del Vangelo”».

Padre Fabrizio Meroni, segretario generale delle PUM, direttore del Ciam e dell’Agenzia Fides, ha parlato del Coinvolgimento delle Pontificie Opere Missionarie e della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli nell’ attuare il compito ricevuto dal papa di animare il mese Straordinario in tutte le Chiese del mondo. «Stiamo constatando un grande interesse e dinamismo da molte Chiese locali. Non dimentichiamo che le quattro Pontificie Opere nascono come fede popolare per animare animazione e sostegno alla missione, perché tutto il popolo di Dio possa partecipare alla missione. Le POM sono una rete di preghiere e di carità che avvolge il mondo per la missio ad gentes e le sue numerose riverberazioni in tutti i campi della vita umana. C’era bisogno di questo Mese Straordinario, lo vediamo dalla risposta rigogliosa che viene da ogni Paese, grazie all’ opera dello Spirito Santo. Molte le iniziative di preghiera, pellegrinaggi nella dimensione del popolo che crede, le POM diventa lo strumento di animazione e di convergenza di ciò che sta avvenendo nelle Chiese locali, dove è importante che questo Mese venga vissuto intensamente».