«Mi unisco al cordoglio e assicuro una preghiera, perché il Signore le doni la meritata felicità eterna».

Così don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio, si esprime parlando di suor Luisa Dell’Orto, uccisa sabato 25 giugno durante un’aggressione armata alla periferia di Port-au-Prince, ad Haiti.

«Esprimo le mie sincere condoglianze ai familiari, alla sua comunità religiosa, alle comunità e gruppi missionari che l’hanno sostenuta e accompagnata – dice don Pizzoli – alla Chiesa che l’ha inviata in missione e alla Chiesa che l’ha accolta e che ha goduto del suo prezioso servizio e della sua testimonianza quotidiana».

Anche l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, si è espresso in questi termini, ricordando la missione di suor Luisa:

«Non vanno a cercare i pericoli, ma i segni del Regno di Dio che viene, in mezzo ai poveri, tra coloro che sono importanti solo per Dio e ignorati da tutti.

Luisa Dell’Orto, originaria di Lomagna (LC), nella diocesi di Milano, apparteneva alle Piccole sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld e si trovava in missione ad Haiti dal 2002, dove svolgeva progetti anche in collaborazione con Caritas Ambrosiana.

Era la colonna portante di Kay Chal, “Casa Carlo”, un centro di accoglienza per bambini in un sobborgo poverissimo di Port-au-Prince.

«Amano la vita, non vanno a cercare la morte là dove quattro spiccioli contano più di una santa donna – dice ancora l’arcivescovo di Milano – vanno a seminare parole di Vangelo, perché anche ai Paesi disperati si aprano via di speranza».

E ancora: «non vanno con programmi e presunzioni, con dottrine e pretese, vanno a offrire amicizia, in nome del Signore, vanno a dire la loro impotenza perseverando nella preghiera.

Non scelgono dove andare, vanno dove sono chiamate dal gemito meno ascoltato, vanno dove sono mandate per diventare preghiera, offerta, amiche, seme che muore per portare frutto».