
Un servizio indispensabile per la missione di evangelizzazione della Chiesa «come posso testimoniare personalmente per l’esperienza dei miei anni di ministero pastorale in Perù. Le Pontificie Opere sono effettivamente il “mezzo principale” per risvegliare la responsabilità missionaria di tutti i battezzati e per sostenere le comunità ecclesiali nelle aree in cui la Chiesa è giovane».
Con queste parole papa Leone XIV ha accolto segretari generali e direttori nazionali provenienti da oltre 120 Paesi per partecipare all’assemblea generale annuale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) che si sta svolgendo a Roma e alla quale sta partecipando anche don Giuseppe Pizzoli, direttore generale della Fondazione Missio (organismo che rappresenta le POM nella Chiesa italiana).
Come missionario tra missionari, papa Leone ha sottolineato il ruolo della «Pontificia Opera della Propagazione della Fede, che fornisce aiuti a programmi pastorali e catechistici, alla costruzione di nuove chiese, all’assistenza sanitaria e alle necessita educative nei territori di missione». Il pontefice ha parlato anche delle altre Opere, in particolare della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria che «sostiene programmi di formazione cristiana per i bambini, oltre a occuparsi dei loro bisogni primari e della loro protezione»; mentre la Pontificia Opera di San Pietro Apostolo «aiuta a coltivare le vocazioni missionarie, sia sacerdotali sia religiose, e la Pontificia Unione Missionaria si impegna a formare sacerdoti, religiosi e religiose e tutto il Popolo di Dio per l’opera missionaria della Chiesa».
Il nostro mondo provato dalla guerra, dall’ingiustizia e dalla violenza, ha bisogno di ascoltare il messaggio dell’amore di Dio e di sperimentare il potere riconciliante di una «Chiesa missionaria che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola… e che diventa lievito di concordia per l’umanità» come papa Leone ha già avuto di sottolineare già nell’omelia della Messa d’inizio pontificato. Ricordando le parole del suo predecessore, papa Francesco, questa mattina (22 maggio 2025) ha ribadito che «dobbiamo portare a tutti i popoli, anzi a tutte le creature, la promessa evangelica di una pace vera e duratura», promuovendo lo «spirito di discepolato missionario in tutti i battezzati e il senso dell’urgenza di portare Cristo a tutti i popoli. A questo proposito, vorrei ringraziare voi e i collaboratori per l’impegno profuso ogni anno nel promuovere la Giornata Missionaria Mondiale che mi è di immenso aiuto nella mia cura per le Chiese delle aree di competenza del Dicastero per l’Evangelizzazione».
Di fatto, le Pontificie Opere Missionarie sono una parte importante di questo grande impegno. Nell’attività di coordinamento della formazione e di animazione dello spirito missionario a livello locale, papa Leone ha chiesto ai direttori nazionali POM «di dare priorità alla visita nelle diocesi, nelle parrocchie e nelle comunità, aiutando così i fedeli a riconoscere l’importanza fondamentale delle missioni e del sostegno ai nostri fratelli e sorelle in quelle aree del mondo dove la Chiesa è giovane e in crescita».
Come Pontificie Opere impegnate a condividere il mandato missionario del papa, le POM sono chiamate «a coltivare e a promuovere ulteriormente la visione della Chiesa come comunione di credenti, vivificata dallo Spirito Santo, che ci permette di entrare nella perfetta comunione e armonia della Santissima Trinità» in una dimensione di rinnovata attenzione all’unità e all’universalità della Chiesa che «dovrebbe ispirare il processo di rinnovamento degli statuti avviato. A tal proposito, sono fiducioso che questo percorso confermerà i membri delle Pontificie Opere in tutto il mondo nella vocazione a essere lievito dello zelo missionario del Popolo di Dio».
Infine, riprendendo le parole scelte da papa Francesco come tema per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno, ha concluso incoraggiando le POM ad essere «Missionari di speranza tra le genti» in modo particolare, in occasione di questo anno giubilare.