Il 20 novembre prossimo, padre Giuseppe Ambrosoli, medico comboniano, fondatore dell’ospedale di Kalongo in Uganda, diventerà beato.

La sua vita dedicata ad accogliere e curare i malati è un esempio di servizio ai più fragili, formando anche generazioni di infermieri e ostetriche della regione.

Padre Giuseppe era così: instancabile e pieno di voglia di aiutare gli altri, i fratelli nel nome di Dio. Lo diceva anche da giovane: «Dio è amore, c’è un prossimo che soffre ed io sono il suo servitore». Con questa frase comunicava alla famiglia la sua volontà di diventare missionario comboniano.

Era il 1949, Giuseppe Ambrosoli aveva vissuto l’esperienza della guerra e si era laureato in medicina, la sua era la famiglia più in vista di Ronago, gli Ambrosoli della famosa industria di miele.

Dopo essere stato ordinato sacerdote, nel 1956 parte per la diocesi di Gulu in Uganda, dove impara la lingua acholi e si occupa del dispensario di Kalongo, una capanna col tetto di paglia dove accoglie i malati. Comprende il grande bisogno di strutture sanitarie in Africa e si dedica alla scommessa di realizzare un ospedale vero e proprio in grado di offrire cure e medicinali di buon livello. Ma certo non poteva fare tutto da solo e fonda anche la St. Mary’s Midwifery Training School, per preparare ostetriche e infermiere.

L’ospedale che oggi porta il suo nome è cresciuto fino alla capienza di 350 posti letto, vero polo di riferimento per i malati di un largo raggio di territorio.

Il 13 febbraio 1987, in piena guerra civile, i militari costringono padre Giuseppe ad abbandonare tutto in 24 ore. «Quello che Dio chiede non è mai troppo» commenta il missionario che, dopo avere messo al sicuro i malati a Lira, si lascia alle spalle il lavoro di una vita. Lo stress è forte e una malattia renale lo porta alla morte nell’arco di poche settimane.

Il docufilm “L’amore che parla, più forte delle parole”, prodotto da Luci nel mondo per la Fondazione Missio, descrive la figura di padre Ambrosoli e raccoglie testimonianze di chi lo ha conosciuto direttamente e con lui ha operato.

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