Lo scorso 12 maggio, hanno fatto visita alla Fondazione Missio i rettori di alcuni Seminari che la Pontificia Opera di San Pietro Apostolo (Pospa) sostiene con i propri offerenti (qui il link alla notizia).

In occasione dell’anniversario della fondazione dell’Opera di San Pietro Apostolo (che prese avvio il primo giugno 1889 con l’impegno concreto delle signore Bigard), è ancora più attuale ricordare l’importanza del dare l’opportunità di studiare ai seminaristi delle giovani Chiese sorelle che, altrimenti, non potrebbero farlo per mancanza di risorse.

Chi sceglie di prendersi a cuore un seminarista del Sud del mondo, risponde appieno all’appello che padre Guy Bognon, Segretario generale della Pospa, ha recentemente lanciato in un’intervista all’Agenzia di stampa Fides: «Le vocazioni sacerdotali provengono in gran parte da contesti economicamente modesti, da famiglie che non possono far fronte a tutte le spese richieste dalla lunga ed esigente formazione al sacerdozio. Ma la formazione di un giovane che sente la chiamata divina – ha spiegato – non è solo affare della sua famiglia, e nemmeno solo della sua parrocchia di origine: è affare di tutta la Chiesa universale. Pertanto i Seminari e le case di formazione religiosa hanno bisogno della generosa collaborazione di tutti i fedeli per poter dare ai candidati la formazione necessaria che li metta in grado di diventare pastori e missionari per la Chiesa».

E’ proprio in quest’ottica che il segretariato italiano della Pospa, settore della Fondazione Missio, si impegna per la ricerca di sostenitori chiamati non solo a garantire il mantenimento dei seminaristi nei diversi luoghi di formazione, ma anche a pregare per loro, ed in particolare per uno, con nome e cognome, affidato all’offerente in una sorta di sostegno spirituale a distanza. Fermo restando che – puntualizzano dal segretariato italiano della Pospa – le offerte inviate vengono utilizzate per le necessità dell’intero Seminario dove quello studente si forma.

Ecco allora, come accade a Karachi, in Pakistan, che le esigenze della struttura diventano un progetto presentato dal rettore del Seminario alla Pospa internazionale, perché possa essere realizzato con i contributi degli offerenti.

A raccontarlo a Missio, durante la visita del 12 maggio scorso, è stato proprio il responsabile di questo Seminario, padre Kamran Taj, a Roma per un corso di aggiornamento promosso da Propaganda Fide: «Abbiamo 50 seminaristi e riceviamo un grande sostegno economico e spirituale che ci sostiene moralmente e ci dà la forza: siamo riconoscenti per questo e preghiamo per i nostri benefattori. Stiamo crescendo come numero e mancano le camere per i seminaristi. Per questo vogliamo costruire un’altra struttura, che possa accogliere chiunque sceglie la strada del sacerdozio».

Il Pakistan è un Paese dove il 97% della popolazione professa l’islam e solo il 2% è cristiano: «Non è facile questo contesto – racconta il rettore – ma la Chiesa è viva, anche se soffre. Le vocazioni crescono e quello di Karachi è l’unico Seminario di Teologia in tutta la nazione. Quindi gli studenti arrivano da ogni parte del Paese».