Gli evangelisti, quando narrano l’incontro del Risorto con gli apostoli, concludono il loro racconto col mandato missionario: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni» (At 1,8). Questo invio è fatto invocando lo Spirito Santo: Cristo manda i suoi nel mondo come il Padre ha mandato lui, e dona loro lo Spirito. Dopo la Risurrezione e l’Ascensione di Gesù, gli apostoli vivono la Pentecoste: un’esperienza forte che li trasforma interiormente. La discesa dello Spirito Santo fa di essi dei testimoni cristallini, infondendo in loro una paziente audacia che li spinge verso gli altri per trasmettere la loro esperienza di Gesù.

Uno degli scopi centrali della missione, è di riunire il popolo nell’ascolto del Vangelo, nella comunione fraterna, nella preghiera e nell’eucaristia: così facendo, si suscita una nuova primavera missionaria. Vivere in comunione fraterna significa avere «un cuor solo e un’anima sola», instaurando in tal modo una comunione sotto tutti gli aspetti: umano, spirituale, materiale. Difatti, la comunità cristiana è impegnata a distribuire i beni terreni, affinché non ci siano indigenti e tutti possano avere accesso a quei beni «secondo le proprie necessità». L’esempio delle prime comunità, in cui regnavano letizia e semplicità del cuore, resta un modello valido anche per noi oggi.