Sullo scenario mondiale il territorio geografico conosciuto come Medio Oriente è una realtà tutta particolare da non avere un corrispettivo che le assomigli. Difatti vi sono comunità cristiane e islamiche tra le più variegate che si possano immaginare: da una parte ci sono i cristiani come latini, bizantini, caldei, greci ortodossi, maroniti, melchiti, apostolici armeni, protestanti di varie confessioni, mentre sul versante islamico ci stanno invece sunniti, sciiti, ismaeliti, wahabiti, drusi, ecc. Ogni comunità, dall’una e dall’altra parte, vive da secoli con i suoi riti, le sue tradizioni, la sua cultura e la propria storia. Nei secoli passati i vari governi hanno avuto dei momenti di contrasto a volte piuttosto violenti a cui seguivano fragili armistizi e periodi di pace che permettevano a tutti di fermarsi un attimo per leccarsi le ferite, mentre nel frattempo si scorrevano le mappe geografiche per controllare i territori conquistati o persi nelle varie azioni belliche.

Una cartina di tornasole che ci permette di addentrarci su questo grave e delicato terreno è stata la guerra civile che si è combattuta con particolare acredine e accanimento nel Paese simbolo di questa realtà: il riferimento è al conflitto durato 18 anni che si è consumato in Libano, nei decenni appena trascorsi, con il massiccio coinvolgimento – dentro e fuori – di tutti contro tutti. Per non parlare del “cancro mediorientale”, ovvero dell’aspro conflitto che oppone palestinesi e israeliani, dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi.

Di fronte ad una situazione così ingarbugliata, la Santa Sede e gli episcopati locali da tempo hanno incessantemente offerto la loro mediazione tra le diverse parti. L’esortazione apostolica “Ecclesia in Medio Oriente” di Benedetto XVI (punto 9) così recita: «Secondo le Sacre Scritture, la pace non è solamente un patto o un trattato che favorisce una vita tranquilla, e la sua definizione non può essere ridotta alla semplice assenza di guerra. La pace significa, secondo la sua etimologia ebraica, essere completo, essere intatto, compiere una cosa per ristabilire l’integrità. È lo stato dell’uomo che vive in armonia con Dio, con se stesso, col suo prossimo e con la natura. Prima di essere esteriore, la pace è interiore. Essa è benedizione. È l’augurio di una realtà. La pace è talmente desiderabile che è diventata un saluto in Medio Oriente. La pace è giustizia e san Giacomo nella sua Lettera aggiunge: “Per coloro che fanno opera di pace, viene seminato nella pace un frutto di giustizia”. È verso questa pace autentica in Dio che Cristo ci conduce. Egli ne è la sola porta. È quest’unica porta che i cristiani desiderano varcare, tutto ciò (ovviamente) sempre con uno spirito di dialogo, d’incontro e di riconciliazione».

 

 

Foto: Afp Photo/Joseph Eid
La cattedrale greco-ortodossa di San Giorgio accanto alla Moschea Mohammed al-Amin a Beirut.