Le popolazioni civili non dovrebbero mai essere usate come armi di ritorsione e ricatto tra contendenti negli spietati conflitti armati contemporanei; e invece questo accade regolarmente. In Yemen è ormai la prassi.

Iran e Arabia Saudita si fronteggiano indirettamente su suolo yemenita da oltre 5 anni, mettendo la popolazione civile del Paese a rischio della vita.

Lo ha denunciato di recente anche Human Rights Watch entrando nel dettaglio della strategia di guerra.

Sarah Leah Whitson, direttore dell’area Medio Oriente di HRW scrive:

«Così come i bombardamenti aerei della coalizione saudita in flagrante violazione del diritto, non giustificano gli attacchi indiscriminati dei razzi degli Houthi, allo stesso modo i sauditi non possono usare questa scusa per giustificare l’embargo ai beni primari salva-vita destinati alla popolazione civile yemenita».

Lo Yemen sperimenta sulla propria pelle l’arma dell’assedio che ha provocato «la maggiore crisi umanitaria al mondo», secondo le Nazioni Unite, con oltre 8 milioni di persone a rischio carestia e un milione infettate dal colera.

Sotto accusa (da parte di Nazioni unite ed attivisti), per i metodi e la strategia bellica lesiva del diritto internazionale, è soprattutto un personaggio: il principe saudita Mohammed bin Salman, 32enne figlio di Re Salman, erede al trono e ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, a capo delle forze armate.

E’ stato comandante della coalizione internazionale nell’operazione chiamata “Decisive Storm” sin dal 26 marzo 2015 e in questi giorni, mentre la guerra combattuta in Yemen va avanti, è accolto con tutti gli onori in Europa e negli Stati Uniti.

Bin Salman sarà ospite anche di Emmanuel Macron in Francia, tappa di un tour diplomatico internazionale di 15 giorni che lo vede al centro di vari colloqui, dopo quello con Donald Trump a fine marzo.

Naturalmente, accusano le associazioni in difesa dei diritti umani, la questione dei bombardamenti criminali in Yemen è in fondo all’agenda. Anzi. In questi colloqui ‘europei’ e americani non compare proprio.

Il giovane e “promettente” Mohammed è invitato a discutere di altro, principalmente di business, di relazioni diplomatiche, della sua ‘visione’ del mondo e del Medio Oriente, ma in nessun caso a dar conto dei crimini che sta commettendo, trascurando del tutto la sua nota spietatezza. 

Anzi: la stampa estera lo considera un moderato e un uomo moderno: è la nuova generazione dei principi sauditi islamici.

Il Time gli dedica addirittura una copertina con foto d’autore.

Una lunghissima intervista durante la quale Bin Salman esplicita i dettagli della sua politica estera. Lo si racconta come il giovane promettente erede al trono che vuole ricucire le relazioni con l’Occidente, con gli Usa anzitutto, per potersi assicurare la supremazia in Medio Oriente.

Il nemico numero uno del principe, manco a dirlo è l’Iran. Che però lui insiste nel considerare pericoloso «non così tanto per l’Arabia Saudita (perché meno potente economicamente)», quanto per il mondo intero.

Con l’America Mohammed va d’accordo più adesso che prima: con Obama l’intesa non era completa, dice.

«Abbiamo lavorato assieme per combattere il terrorismo con Obama – racconta al Time – all’inizio del 2016 e avevamo la stessa opinione sul regime iraniano e la sua pericolosità. L’unica differenza era nella tattica usata. Una differenza dell’1%».

Differenza che pare annullarsi adesso: «sosterremo l’America», ripete più volte; «we deal with USA», «trattiamo con gli Stati Uniti d’America». E mentre lui si pavoneggia in occidente, lasciandosi fotografare ed intervistare a tutto campo, le associazioni umanitarie chiedono «la fine dei bombardamenti che prendono di mira i civili in Yemen e il rispetto del diritto internazionale umanitario».

Cosa che appare completamente fuori dall’orizzonte saudita, il cui obiettivo è unicamente quello di vincere la guerra , pur affamando la gente, per imporsi sull’Iran ed estendere il suo predominio.

Timidamente (fin troppo) gli attivisti chiedono «la fine delle restrizioni all’accesso dei beni primari (cibo e medicine per i civili ndr.) in Yemen». L

’embargo sulle popolazioni che soffrono in prima persona le atrocità di una guerra per procura, è un crimine contro l’umanità, è la denuncia. Il tour internazionale del principe prosegue però indisturbato…

foto da Iran front page.  e Getty Images