Carissimi amici, dopo 13 anni di servizio come direttore di Popoli e Missione e il Ponte d’Oro, il prossimo 31 dicembre lascerò l’incarico, come precedentemente concordato con i superiori.

Devo confessare che quando, il 2 gennaio del 2007, misi piede per la prima volta a Via Aurelia 796, non avevo idea di quello che avrei vissuto sotto il profilo professionale e missionario. Non foss’altro perché i miei trascorsi erano legati a tutt’altro tipo di giornalismo, quello della Misna,  l’agenzia d’informazione missionaria che avevo fondato nel 1997 e diretto per sette anni.

In effetti, le sorprese, in questi anni, sono state davvero tante. Anzitutto, perché ho compreso che le riviste, con declinazioni diverse, possono essere dei laboratori di pensiero, in una stagione, la nostra, in cui s’impone l’esigenza di un discernimento rispetto ai segni dei tempi. Inoltre, mi è stata offerta la possibilità, come animatore missionario, di visitare, non solo quasi tutte le diocesi italiane, ma di incontrare tantissima brava gente lungo lo Stivale. Ho partecipato ad oltre mille incontri/conferenze affrontando, come relatore, i più svariati temi: dalla spiritualità missionaria, alla geopolitica; dalla cooperazione internazionale, all’educazione alla mondialità; dall’economia, alla comunicazione.

È stata una grazia poter essere ospitato a Torino, Aosta, Ivrea, Lodi, Pinerolo, Verona, Brescia, Cremona, Pordenone, Treviso, Genova, Firenze, Siena, Arezzo, Bologna, Latina, Formia, Termoli, Pescara, Pesaro, Molfetta, Lucera, San Severo, Lecce, Capua, Napoli, Salerno,  Reggio Calabria, Lamezia Terme, Oppido-Palmi, Cosenza, Mileto, Agrigento, Siracusa, Ragusa, Catania… Vi risparmio la lista completa – che comunque conservo nel mio database – per non essere noioso. Sono nomi però che evocano cose belle e dunque, almeno in parte, intendo rendervene partecipi. È un modo concreto per condividere una memoria ricca di soddisfazioni, nella convinzione che in Italia vi sono davvero molte risorse umane che possono offrire un eccellente contributo alla causa dell’evangelizzazione, secondo i dettami della Parola di Dio e le indicazioni dell’Evangelii Gaudium e della Laudato Si’.

Lascio il testimone al mio successore nella certezza che farà meglio di me perché, umanamente e cristianamente parlando, tutto è perfettibile. Colgo, inoltre, l’occasione per ringraziare tutti voi, cari amici lettori, la redazione, tutto il personale di Missio e in generale della Conferenza Episcopale Italiana, con le parole del compianto don Tonino Bello: “Grazie, Signore, perché non finisci di scommettere su di noi. Perché non ci avvilisci per le nostre inettitudini. Perché, al tuo sguardo, non c’è bancarotta che tenga. Perché a dispetto delle letture deficitarie della nostra contabilità, non ci fai disperare. Anzi ci metti nell’anima un così vivo desiderio di ricupero, che già vediamo il nuovo anno come spazio della speranza e tempo propizio per sanare i nostri dissesti.

Buon Natale e Felice 2020 a tutti!