«Io mi trovo a 40 km dal vulcano di Fuego, che è sempre in continua attività, solo che questa volta è stato tremendo perché la lava ha iniziato a scorrere dal vulcano sottostante e ha ricoperto tutti i villaggi che c’erano sotto».

Da città del Guatemala è il comboniano padre Humberto Rua che parla, raccontandoci il dramma di una popolazione ancora sotto shock per l’eruzione di domenica scorsa che ha ucciso 75 persone.

Al momento si contano circa 200 dispersi, ma il missionario spiega che «non c’è certezza sul numero dei morti», poiché molti sono stati letteralmente ricoperti e «pietrificati» dalla lava.

Contattato da Popoli e Missione padre Humberto ha spiegato che «tutto è avvenuto molto velocemente e la gente non ha avuto il tempo di andarsene, anche perché le persone qui sono abituate all’attività del vulcano e non pensavano di venire travolte. Ma la temperatura della lava è talmente elevata, arriva fino a 600° che ha soffocato tutti: la lava è colata giù e ha pietrificato qualsiasi cosa».

Molte persone, spiega, sono state travolte mentre scappavano, senza aver avuto modo di ripararsi o di sfuggire alla furia del magma.

«Qui a città del Guatemala dove mi trovo è tutto normale, a parte la grande pioggia di cenere che abbiamo visto domenica scorsa -dice – ma voi pregate per questa povera gente».

Secondo i dati raccolti dallo Smithsonian Institute nel suo programma “Global Volcanism”, solo nel 2017 il vulcano di Fuego ha subito 12 processi eruttivi con fuoriuscita di lava e colata piroclastica.

«Il vulcano è in eruzione dal 2002 –  ha dichiarato il geologo Raul Perez Lopez a El Pais – con una intensificazione della sua attività negli ultimi tre anni. E adesso c’è stata un’ulteriore recrudescenza».
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