Sessantamila malati psichici accolti in 25 anni in quattro paesi africani. Pur non essendo laureato in medicina o in psicologia, Grégoire Ahongbonon ha compiuto un piccolo grande miracolo fra Costa d’Avorio, Benin, Togo e Burkina Faso.

Adesso la storia di Gregoire è diventata un libro di Rodolfo Casadei, edito dalla Emi (Gregoire, quando la fede spezza le catene), 176 pagine.

Popoli e Missione lo ha incontrato a Roma, presso l’istituto dei Missionari SMA, lo scorso anno e lo ha intervistato per i lettori. Vi riproponiamo il pdf del pezzo cliccando qui, e alcuni stralci.

Occhi intensi, mani forti e callose, Gregoire è l’uomo che sussurrava agli ammalati. E li guariva. Anzi, li guarisce tutt’ora. Il segreto non c’è. La terapia è restare umani, dice. Medici e pazienti. Sono gli ammalati che l’Africa rifiuta: «Persone affette da schizofrenia o bipolarismo, depressione o disturbi della personalità. Considerate possedute dalle forze demoniache – ci spiega durante un incontro alla Société des Missions Africaines (SMA) a Roma – e perciò emarginate».

Trattate come bestie. «Una volta vedemmo una donna inchiodata mani e piedi al terreno come Cristo in croce». Gregoire fa una pausa. Strizza gli occhi e sospira.

Poi ci mostra le foto che conserva nel telefonino.  La donna è legata con una catena che somiglia a quelle usate per gli schiavi africani catturati come bestie dai ‘negrieri’.