“Questo è un tempo in cui siamo in attesa di qualcosa di nuovo. Non perdiamolo”. Anzi, facciamoci aiutare dai testimoni e dai profeti, da coloro che “portano la Parola che hanno ricevuto in dono”.
Il profeta, in senso ecclesiale, “è colui che sa costruire speranza perchè qualcun altro lo ha aiutato in questa direzione”. E’ colui che sa intravedere quel futuro che ancora non c’è.
E’ così che Emanuela Buccioni, teologa e docente, ha affrontato stamani la rilettura di alcuni testi del Vecchio e Nuovo Testamento, nella relazione che ha aperto il secondo appuntamento delle Giornate di spiritualità Missionaria ad Assisi.
“Tutte le caratteristiche del regno di Dio ci rimandano a pace, giustizia e fraternità – ha argomentato la docente – e il Regno è frutto di una rinnovata figliolanza”.
Eppur per l’uomo la fraternità reciproca non è data a priori, “è una competenza da acquisire. Rileggendo Salomone: “riconosciamoci inesperti e stolti” e lasciamoci aiutare”, dice.
“Se voglio costruire speranza e futuro devo averne fatto esperienza prima: ciò che il Testimone per eccellenza, Paolo, impara, lo trasmette a tutto il Mediterraneo. Il profeta porta in dono una parola che ha ricevuto da Dio.
In questo senso la Chiesa può essere profetica: “immaginare il futuro significa cominciare a realizzarlo. Persino il nostro volto cambia se abbiamo il coraggio di immaginare qualcosa di diverso”.