La quarta Giornata Mondiale dei Poveri si celebra domenica 15 novembre per ricordare a tutta la Chiesa il dettato evangelico “Tendi la tua mano al povero”, come recita lo slogan di quest’anno. Alla conferenza stampa di presentazione della Giornata sono intervenuti monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e monsignor Graham Bell sotto-segretario dello stesso Pontificio Consiglio. «Tendere la mano è un segno: un segno che richiama immediatamente alla prossimità, alla solidarietà, all’amore – dice papa Francesco nel messaggio per la Giornata -. In questi mesi, nei quali il mondo intero è stato come sopraffatto da un virus che ha portato dolore e morte, sconforto e smarrimento, quante mani tese abbiamo potuto vedere! La mano tesa del medico, dell’infermiera e dell’infermiere, di chi lavora nell’amministrazione, del farmacista, del sacerdote. La mano tesa del volontario che soccorre chi vive per strada e quanti, pur avendo un tetto, non hanno da mangiare».

In questo ideale affresco appaiono infinite mani tese che compongono una «una litania di opere di bene», malgrado la fatica e la paura del contagio. In questo difficile tempo, sentiamo più chiaramente che «abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo».

La pandemia non ha impedito il concretizzarsi di segni concreti in questa particolare Giornata, come ha ricordato monsignor Fisichella: «Nell’ambulatorio sotto il colonnato di San Pietro, ad opera dell’Elemosineria Apostolica, per i poveri che devono avere accesso ai dormitori o per coloro che vogliono ritornare nella loro patria, è possibile poter effettuare il tampone. L’ambulatorio in due settimane, ha effettuato 50 tamponi al giorno. Allo stesso modo, non è venuta meno la generosità di alcuni benefattori. Al contrario, l’ha estesa e resa più efficace. Per questo siamo riusciti a realizzare alcuni segni molto semplici che esprimono la vicinanza e l’attenzione di papa Francesco in questo frangente».

Segni tangibili di vicinanza a chi ha bisogno, possibili grazie alla collaborazione di supermercati, aziende alimentari, benefattori enti e strutture. In questi giorni sono stati preparati 5000 pacchi viveri per le famiglie di circa 60 parrocchie romane, mente 350mila mascherine sono destinate a 15mila studenti delle periferie della capitale. Un impegno importante nel “fare rete” per la solidarietà che sta avendo corrispettivi in molte diocesi italiane, come ha sottolineato monsignor Fisichella, ricordando «il Sussidio pastorale preparato anche quest’anno per parrocchie e differenti realtà ecclesiali, come strumento fattivo perché la Giornata non si limiti alle sole iniziative caritative «ma queste siano sostenute dalla preghiera personale e comunitaria che non può mai mancare perché la testimonianza possa essere piena ed efficace».

Il significato pastorale di questa Giornata aiuta ogni uomo a riconoscere «il destino comune» e ad essere accanto a «chi è più povero e non ha avuto le stesse nostre possibilità». Infatti è dalla condivisione e dall’amore, ha concluso monsignor Fisichella nascono «dedizione e servizio… Anche un sorriso che condividiamo con il povero è sorgente di amore e permette di vivere nella gioia. La mano tesa possa sempre arricchirsi del sorriso di chi non fa pesare la propria presenza e l’aiuto che offre, ma gioisce solo di vivere lo stile dei discepoli di Cristo».