La violenza segna la vita quotidiana in Brasile, paese in cui si verifica il 13% degli omicidi del pianeta, sebbene la sua popolazione rappresenti solo il 3%. Ogni ora cinque persone vengono uccise dalle armi da fuoco. La Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) ha quindi proposto che in questa Quaresima, attraverso la Campagna di Fraternità, si rifletta sulla necessità di superare la violenza. Per questo il titolo della Campagna è: “Fraternità e superamento della violenza“.
Secondo l’Indice di Vulnerabilità giovanile alla violenza (IVJ), elaborato dal Segretariato nazionale della gioventù e dal Forum brasiliano di pubblica sicurezza, nel 2017 in Brasile gli omicidi dei giovani tra i 15 e i 24 anni hanno rappresentato il 52,63% del totale. Sono in aumento gli omicidi delle donne, le violenze domestiche, gli stupri (che secondo le stime possono superare i 450.000 all’anno).
Si registrano fenomeni come sfruttamento e traffico sessuale di minori, i soprusi verso i lavoratori rurali, aumento di omicidi e minacce contro i popoli indigeni, le cui terre sono invase e devastate.
Nel testo base della Campagna, preparato dalla Conferenza episcopale, si afferma che vi è uno “sterminio di segmenti specifici della popolazione: i giovani, i neri e i più poveri” e “una crescente sfiducia nei confronti della giustizia e della polizia“. Tutto questo in un paese con oltre 650.000 detenuti, alcuni dei quali controllano le organizzazioni criminali dall’interno delle carceri.
Questi dati confermano le parole del Card. Sergio da Rocha durante la presentazione della Campagna: “la vita, la dignità della gente, dei gruppi sociali più vulnerabili, sono spesso colpiti“. Dal momento che la violenza è una realtà complessa “sebbene l’azione di ognuno sia importante, sono necessarie azioni comunitarie“. Da qui il richiamo che la Chiesa del Brasile, attraverso la Campagna di Fraternità, rivolge all’intera società brasiliana.