«Se si fossero conosciuti si sarebbero trovati in perfetta sintonia papa Francesco e Annalena. E’ una donna dell’Evangelii Gaudium, che ha saputo testimoniare con coraggio il significato della Chiesa povera per i poveri, il dinamismo della “Chiesa in uscita”. E’ l’icona di una Chiesa ospedale da campo in cui si accoglie e ci si prende cura della persona umana in tutta la sua interezza». Così padre Luca Vitali, direttore del Centro missionario diocesano di Forlì-Bertinoro, racconta la missionaria laica a 15 anni dalla sua uccisione presso l’ospedale di Borama in Somaliland il 5 ottobre 2003. Ed è proprio la diocesi ad organizzare insieme al Comitato per la lotta alla fame nel mondo un Convegno che dal 5 al 7 ottobre riporta Annalena in mezzo ai suoi concittadini con testimonianze, eventi e incontri presso il Campus universitario della città romagnola, come da programma.pdf. «Non è un evento in memoria perché la sua eredità è un esempio di vita – precisa padre Vitali-. A partire dal titolo: “Giardiniera di uomini. Una donna che ha fatto fiorire il deserto”. Questi giorni dedicati a riscoprire la sua grande eredità missionaria servono a farci contagiare dalla sua passione per Dio e per i poveri, per diventare anche noi giardinieri di uomini».

Pensando alla missione di una donna «sola, bianca e cristiana» vissuta nella sabbia del deserto e in un contesto ostile, la missione della Tonelli acquista il senso speciale di una esperienza di fede in frontiera. Anche se padre Vitali più che di frontiera preferisce parlare degli «orizzonti vasti della sua missione: orizzonte è senza muri, senza frontiere, è un luogo totale, che sfugge man mano che si cerca di avvicinarlo. Come l’ “Ut unun sint” che lei dice essere stata l’agonia amorosa della sua vita. Voleva che tutti gli uomini fossero uno. E ha scelto il deserto proprio per raggiungere i più isolati, esclusi tra gli ultimi. Si è collocata tra i poveri e i nomadi malati di tubercolosi perché la ricerca dei più esclusi l’ha portata fino a loro, fino ai lembi più lontani del deserto». Il deserto era per lei il luogo del silenzio, della preghiera e del raccoglimento. A Wajir, in Kenya, appena aperto il Tb Center per i malati di tubercolosi, assieme alle compagne ha voluto costruire un eremo, un luogo di raccoglimento che ha poi rimpianto in tutte le altre sedi in cui ha vissuto.

Dopo la sua morte è stato ritrovato un biglietto con su scritto: «Non parlate di me, non avrebbe senso, date gloria a Dio per le grandi opere che ha fatto e iniziamo a servire il Signore perché finora non abbiamo fatto molto». Ma oggi il Convegno di Forlì ci permette di ritrovare fresca e intatta una eredità spirituale di grande attualità. Monsignor Bertin, vescovo di Gibuti, è presente al Convegno e ricorda che andava a celebrare con lei a Natale e a Pasqua, dato che non c’erano sacerdoti per celebrare.

Sono presenti molte persone che l’hanno conosciuta, che hanno condiviso con lei un cammino straordinario. Spiega padre Vitali: «Il Convegno si apre con le voci di due amici che erano con lei nella Fuci, Roberto Gimelli (già presidente del Comitato per la Lotta alla fame) e don Sergio Sala che dice che la sua vocazione la deve ad Annalena. Poi lo storico Andrea Riccardi spiega perché Annalena è una testimone del suo tempo, rileggendone la vita alla luce del martirio che l’ha conclusa. Monsignor Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, parla della Chiesa povera per i poveri secondo la Evangelii Gaudium. Nel pomeriggio parlano gli amici, padre Pietro Pagliarini e Annalena Benini, chi ha lavorato al suo fianco come Silvio Tessari ed Emanuele Capobianco, che si dice figlio di Annalena perché era uno dei medici che lavoravano con lei (oggi è nell’Oms): tutti spiegheranno cosa intendeva Tonelli per “care”. Lidia Maggi, pastora protestante, ricorda come Annalena, pellegrina dell’Assoluto si sentiva in cammino anche con altre confessioni religiose in una prospettiva ecumenica.

C’è anche il musical “Il fiore del deserto, una via di speranza e amore”, (Locandina-.pdf) realizzato dalla compagnia giovanile forlivese “Quelli della via”, e personaggi come la giornalista Anna Pozzi, Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas Italiana, e monsignor Lino Corazza, vescovo di Forlì-Bertinoro».

Video testimonianza dei giovani interpreti del musical da loro realizzato.