
In ogni numero di “Popoli e Missione”, all’interno dell’Inserto PUM, a firma della nostra collaboratrice Loredana Brigante viene pubblicato un articolo che presenta un Centro missionario diocesano (CMD). Volentieri lo rilanciamo anche sul sito di Missio, certi che possa essere un’occasione di conoscenza vicendevole e uno stimolo di confronto per tutti i Centri missionari delle varie diocesi d’Italia. Questa nuova “Finestra sulle diocesi” accompagna nel Centro missionario diocesano di Fidenza.
«Il nostro stile non è suonare le trombe, ma riteniamo sia importante far conoscere i segni belli e significativi di una diocesi, anche se piccola». È l’affermazione umile di chi, pur tra tanti impegni, riesce comunque a conciliare diaconato, famiglia, professione e i diversi incarichi assunti: dalla direzione del Centro missionario a quella di Migrantes, in aggiunta alla collaborazione con la Comunità terapeutica “Casa di Lodesana”, la Caritas diocesana e la parrocchia di San Giuseppe Lavoratore in Fidenza.
Così Marco Begarani, dal 2006 direttore del Centro missionario diocesano di Fidenza, inizia a raccontare il lavoro costante e quotidiano per «non perdere la ricchezza di quel grande dono che non possiamo tenere solo per noi».
Chiaramente, le varie iniziative – veglia missionaria, veglia dei martiri, gli incontri formativi, la diffusione degli strumenti di animazione nelle parrocchie – vanno calate nella dimensione di una diocesi con appena 60mila abitanti, ma «la sfida è quella di consolidare una rete per promuovere un cammino sinodale». E anche grazie agli input e alle linee pastorali del vescovo Ovidio Vezzoli, «stanno crescendo il coordinamento pastorale e la collaborazione tra i vari uffici».
Durante la missione di don Pier Luigi in Kazakhstan, la Chiesa di Fidenza è stata gemellata con quella di Karaganda per 10 anni (2014-2023): un’esperienza concreta a sostegno dei preti locali e de “Il faro”.
Dopo il suo rientro, non ci sono più fidei donum in diocesi. Ci sono, però, altri missionari che dal 2024, nella terza domenica di Avvento, si è iniziato a sostenere. Tra loro, il religioso comboniano fratel Carlo Torri, da anni in Uganda, e la laica Alessandra Cattani, medico chirurgo pediatrico che collabora con il Cuamm ed ora si trova in Sud Sudan.
Infine, si lavora per raccordarsi con la pastorale giovanile, in fase di ridefinizione, e per valorizzare le presenze missionarie in diocesi come le suore Domenicane di Pompei. Nello scorrere delle diverse attività, ci si accorge che a volte «la pastorale missionaria, soprattutto quella ad gentes, rischia di andare in secondo piano». Vero è che anche la diocesi è terra di missione; tuttavia «bisogna tenere aperta questa prospettiva e coinvolgere le nostre realtà per promuovere l’annuncio di un amore che si è rivelato in Gesù».