Il secondo giorno del Festival della Missione, apertosi ieri (giovedì 12 ottobre) a Brescia, non poteva che iniziare con la celebrazione della Santa Messa nel Duomo Vecchio, detto La Rotonda, costruito nel XII secolo ad imitazione dell’Anastasis di Gerusalemme, luogo dove si è manifestata la Risurrezione di Gesù: è da lì, dove il cristianesimo è nato, che la missione ha preso il via. Ed è da qui, dalla Rotonda, che anche oggi le centinaia di partecipanti al Festival di Brescia hanno rinnovato il loro impegno nel continuare a lavorare per il Regno di Dio.

Il cardinale Ferdinando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, che ha presieduto la celebrazione eucaristica, ha invitato i missionari a «non pensare alle statistiche (negli ultimi anni i numeri di chi parte per l’ad gentes è in calo, ndr), quanto piuttosto al fatto fondamentale che Gesù ci ha affidato il Regno di Dio e noi siamo i continuatori della sua opera». «Essere i continuatori del Regno di Dio – ha precisato il cardinale – è la ricompensa più grande che un missionario possa ricevere».

 

Seguendo il Vangelo del giorno (Luca 11, 15-26), l’omelia ha da subito messo in chiaro che l’operato di Gesù di fronte al male è una missione impegnativa, particolarmente importante e difficile. Ma il Maestro, ai suoi interlocutori, precisa di scacciare i demoni con il dito di Dio e di far giungere così il Regno di Dio, che «non si è concluso – ha spiegato il cardinale Filoni – ma è aperto: infatti, dove c’è un missionario, un catechista, una mamma o un papà che insegna a pregare a suo figlio, lì continua il Regno di Dio».

Il Festival – è stata la preghiera unanime – sia un’occasione per rafforzare la passione dell’annunciare il Regno di Dio, vera missione di tutti coloro che vogliono evangelizzare il mondo.