Due questioni rimangono aperte e sono impellenti: quella della proliferazione delle armi leggere (l’Italia è il secondo produttore al mondo) e la speculazione finanziaria che sta distruggendo l’economia. «Se ne parla pochissimo e perfino la Chiesa missionaria fa fatica a sollevare questi temi»: padre AleX Zanotelli ha aperto così il suo intervento al panel di stasera su Economia e finanza, a Brescia.

Il missionario comboniano, lucidamente come sempre ha denunciato in modo puntuale e incalzante le relazioni tra economia, armi, disuguaglianze e finanza.

«Anche durante questo festival della Missione ne ho sentito parlare poco: la relazione tra Brescia e le armi leggere, ad esempio, non è stata sollevata – ha detto – L’Italia è al secondo posto per la produzione mondiale di queste armi che ammazzano più di tutte e non se ne sa nulla. Non si sa come vengono esportate.

E’ un problema serio e sono i poveri a pagarne le conseguenze». 

P. Alex si è rivolto direttamente al vescovo di Brescia monsignor Tremolada, chiedendogli di farsene portavoce.

«La Chiesa può fare molto, sebbene poi come istituzioni missionarie, noi non siamo presenti nell’opinione pubblica».

L’altro tema cruciale per Zanotelli è quello della spceculazione finanziaria, che pure la Chiesa trascura.

Gesù, ha spiegato il missionario, parla molto di ricchezza e denaro. «Noi siamo durissimi sul sesto comandamento ma sui soldi e l’economia no. Non interessa. In questo c’è qualcosa che non funziona. Perchè così tanta enfasi sul matrimonio e nulla sulla finanza?».

La condivisione di ciò che si ha e la necessità di maggiore equità, è un altro dei temi sui quali il cristiano potrebbe insistere maggiormente.

Gli ha fatto eco Luigino Bruni, docente di economia e sostenitore del movimento dei Focolarini che però ha fatto notare come non sempre è possibile una condivisione reale della ricchezza. 

La condivisione ha dei limiti, ha detto: «anche se provo a condividere la mia ricchezza personale, posso condividere solo i soldi ma non quella parte formata dal mio dottorato di ricerca, dalla mia istruzione, il mio benessere».

Come dire che le diseguaglianze sono quasi ‘strutturali”. Non basta mettere a disposizione i soldi, serve anche un sistema che annulli quelle differenze sociali rappresentate dalle opportunità di scelta. La povertà non è solo economica.

«C’è un gap incolmabile», ha detto Bruni.

E questo gap, forse, si può assottigliare solo tramite politiche pubbliche mirate davvero all’equità. La riforma del sistema bancario e della finanza, ha detto Alex, è una di quelle politiche necessarie: «ma nessuno vuole farla. le banche sono private e continuano a immettere denaro».