Nella cattedrale di Brescia questa mattina – domenica 15 ottobre – c’era tutto il mondo. Sì, perché con le centinaia e centinaia di missionari partecipanti alla celebrazione eucaristica conclusiva del Festival della Missione, erano idealmente presenti tutte le realtà e comunità degli infiniti angoli del pianeta dove ciascuno di loro è stato ad annunciare il Vangelo. Non solo. C’era tutto il mondo anche grazie al mandato missionario che alla fine della Santa Messa è stato celebrato per 40 missionari – uomini, donne, sacerdoti, religiosi, laici – che nei prossimi mesi partiranno per l’ad gentes.

Nella liturgia presieduta da monsignor Nunzio Galantino – Segretario generale della Conferenza episcopale italiana (che attraverso la Fondazione Missio ha contribuito attivamente alla realizzazione del Festival) – si sono riuniti idealmente tutti i “crocicchi dell’umanità”, per usare un’espressione che richiama il Vangelo di oggi (Matteo 22, 1-14) in cui si parla di un re che dà un banchetto nuziale al quale partecipano gli uomini e le donne incontrati ai crocicchi delle strade, anziché gli invitati alle nozze.

«Ecco il nostro Dio: un Dio – ha detto monsignor Galantino durante la sua omelia – che vuole invitare tutti, ma proprio tutti, al suo banchetto, perché a tutti arrivi la vita piena; perché nessuno resti ai crocicchi delle strade, luoghi della speranza negata, della festa mancata». E rivolgendosi ai missionari presenti ha ricordato che «la missio ad gentes è la missione che si rivolge ai crocicchi sempre più affollati di interi popoli, di interi territori che non conoscono il Vangelo, talvolta anche a causa della nostra pigrizia, talvolta della nostra tiepidezza, talvolta della mancanza di passione vera dentro di noi».

Monsignor Galantino ha parlato dei missionari come di uomini e donne di Dio, uomini e donne del dono, pronti a mettersi in cammino per invitare tutti al banchetto. «Oggi il mondo – ha continuato – ha bisogno di questi uomini e donne, pronti a mettersi in cammino, che sappiano contagiare gioia, portare il peso della vita degli altri, che non vogliono lasciare nessuno ai crocicchi delle strade e desiderano per tutti l’esperienza della festa, cioè di una vita bella». Ci sono ancora troppe persone che nel mondo, a causa delle situazioni nelle quali vivono, ritengono di essere escluse per sempre dalla festa, di essere fatte soltanto per stare nei crocicchi: «Sono loro i primi – ha concluso monsignor Galantino – ai quali noi dobbiamo rivolgere la nostra attenzione missionaria. La passione di tanti uomini e donne, religiosi e laici missionari, ha tenuto e continua a tenere vivo il sogno di Dio» di cui tutti hanno diritto.

E a conclusione della Santa Messa, tutta la Chiesa si è fatta prossima ai 40 missionari che sono stati inviati verso altrettante destinazioni: con la benedizione e la consegna del crocifisso da parte di monsignor Galantino e alla presenza di don Michele Autuoro, direttore della Fondazione Missio, ognuno ha ricevuto l’indicazione del suo “crocicchio dell’umanità” da raggiungere nei prossimi mesi.