Il Festival della Missione non è solo riflessione, dibattiti, ascolto di testimoni. E’ anche spiritualità. E’ per questo che le tre giornate della kermesse missionaria – che si è aperta ieri, giovedì 9 ottobre 2025, a Torino – cominciano sempre con un appuntamento fisso intitolato “Bere al proprio pozzo. Lo Spirito della missione”, guidato da Antonietta Potente.

Appartenente all’Unione Suore Domenicane San Tommaso d’Aquino, la teologa e scrittrice ha vissuto a lungo in Bolivia, in particolare accanto a una famiglia di etnia Aymara. Oggi insegna “Teologia della missione” presso l’Università Cattolica Boliviana di Cochabamba.

E’ lei ad aver fatto riflettere i partecipanti al Festival sul fatto che la missione è imparare a vivere insieme e sull’importanza dell’ascoltare ciò che di Dio sanno gli altri popoli.

Partendo dal brano evangelico in cui Gesù chiede ai suoi discepoli: “La gente chi dice che io sia?”, Antonietta Potente ha guidato la riflessione sottolineando che il Maestro sceglie di lasciare Gerusalemme, il centro del potere politico e religioso, per andare nei villaggi intorno a Cesarea di Filippo, nella periferia della Palestina di allora. «Cercare un “luogo altro” – ha detto Antonietta Potente – lo si può fare solo lontano dal centro del potere, della forza, delle trame. In questi villaggi c’era una forte influenza della cultura greco-romana, quindi i discepoli erano in un luogo estraneo all’ebraismo, lontani dal proprio mondo».

La domanda rivolta da Gesù ai suoi discepoli, in questo “luogo altro”, «riguarda un mistero invisibile che non è evidente». Questo ci insegna a dare «ragione più all’invisibile che al visibile, a essere umili e pazienti di fronte al mistero».

Ma Gesù, a ciascuno dei presenti, chiede anche: “E tu, chi dici che io sia?”. Una domanda da fare nostra, che ci insegna – a sua volta – a chiedere agli altri popoli cosa pensano del Mistero, certi che l’esperienza dell’altro è ricchezza, consapevoli che l’ascolto della sapienza dell’altro è importante. Perché «la sapienza dell’altro, insieme alla nostra, cambierà il mondo», ha concluso la teologa.