«Ho fondato un gruppo con un obiettivo importante: abbattere la fame nel mondo. Eravamo un piccolo gruppo all’inizio ma siamo diventati subito grandi. Quando abbiamo iniziato non avevamo una lira, ma il nostro sogno ci è venuto incontro».

Ernesto Olivero, attivista e fondatore del Sermig (Servizio Missionario Giovani), ‘arsenale della Pace’ di Torino, ha ricordato sabato scorso ai giovani missionari, gli esordi di quell’impresa che ha trasformato un arsenale militare in una cittadella della pace.

Oliviero è intervenuto nel corso dell’incontro on-line organizzato da Missio Giovani – Next Generation – il 24 e 25 aprile sulla piattaforma Cisco Webex.

Il webinar, seguito da centinaia di persone, al quale hanno preso parte diversi testimoni della missione, tra i quali Fabio Cento e sua moglie Giulia, missionari di Piombino, è stato moderato e guidato da Giovanni Rocca, segretario nazionale di Missio Giovani.  

«Dovete immaginare che erano 50mila metri quadrati, un rudere al 100% quasi. Servivano 200 milioni di euro di oggi per rimetterlo su, ma noi non volevamo chiedere soldi alle banche nè avere fondi pubblici. Pensavo- ha spiegato Olivero – : se ho i soldi facili, non sono sicuro che sia giusto. La gente mi aiuterà: e questo è il nostro segreto. Almeno dieci milioni di persone hanno fatto un piccolo gesto».

Nel 1983 venne assegnato al Sermig in comodato dal Comune di Torino l’ex Arsenale Militare di Piazza Borgo Dora. Olivero si rese  conto che sarebbe stato il primo grande passo di una profezia di pace: con l’aiuto gratuito di migliaia di giovani, di volontari, di uomini e donne diede vita ad una realtà di volontariato che aiuta migliaia di poveri.

«E’ stato un incontro meraviglioso, quello con i giovani – ha detto oggi Oliviero commentando l’iniziativa di Missio Giovani- Oggi è un nuovo giorno: a Dio il compito di fare tutto quello che posso e che non so fare io: perchè agitarsi? Tacere e pregare sono diventati il mio carburante: è dai giovani che parte il futuro».