Domenica 23 dicembre 40 milioni di elettori congolesi saranno chiamati ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica dell’ex Zaire (RdC), oltre ai 500 deputati del parlamento nazionale e ai 715 deputati regionali ripartiti su 26 assemblee locali. Una tornata elettorale che in realtà si sarebbe dovuta svolgere già nel 2016, se il presidente uscente, Joseph Kabila, in carica da 17 anni, non avesse fatto carte false per rinviare l’appuntamento. Il rischio, comunque, è che possa esservi un ennesimo rinvio. Infatti, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, quasi 8mila macchinari per il voto elettronico sono andati distrutti in un incendio avvenuto nella capitale, Kinshasa. Lo ha comunicato ufficialmente la Commissione elettorale (Ceni). Secondo il ministro dell’interno, Henri Mova Sakanyi, l’incendio è stato appiccato di proposito dai “nemici della democrazia”, senza però fornire ulteriori particolari. Le macchine andate in fumo, di fabbricazione sudcoreana, sono state oggetto di controversia con l’opposizione, perché potrebbero consentire al partito al governo di manipolare il voto. Il grave episodio, sulla cui natura, accidentale o dolosa, si sta ancora indagando, non è il solo ostacolo al voto del 23 dicembre riferisce l’agenzia missionaria Fides. Oltre alla mancata consegna delle macchine elettorali elettroniche, si riscontrano ritardi nella distribuzione dei verbali elettorali da compilare, che sono stampati in Sudafrica e che ancora devono arrivare nella RdC. Una volta giunti nel Paese, questi materiali devono essere inviati ai 75.563 seggi, ai 21.699 centri elettorali e ai 179 centri locali di redazione dei risultati disseminati sull’intero territorio della RDC, la cui estensione è di oltre 2milioni di Kmq. La Conferenza episcopale nazionale congolese (Cenco) ha espresso ripetutamente preoccupazione sui forti ritardi nell’organizzazione del voto, mentre alcuni vescovi hanno ribadito che la Chiesa non appoggia alcun candidato alle elezioni presidenziali. È il caso, come riferisce sempre Fides, di monsignor Willy Ngumbi Ngengele, vescovo di Kindu, che, nel corso di una conferenza stampa, ha recentemente affermato: “Come Vescovi non proponiamo alcun candidato. Lasciamo ai cristiani fare la loro scelta, in libertà d’animo e coscienza”. Il Vescovo di Kindu ha infine sottolineato che “le elezioni non sono un fine in sé. Sono uno strumento per avere un’alternanza democratica per portare un cambiamento”.

La presidenza e la direzione di Missio invitano le nostre comunità cristiane in Italia a ricordare il popolo congolese nella preghiera, affinché tutto si svolga regolarmente, scongiurando inutili e deprecabili spargimenti di sangue.