La battaglia per la dignità di immigrati, stranieri, cittadini italiani e residenti si combatte puntando tutti nella stessa direzione: quella dei diritti universali. Che contrasta con gli effetti deleteri di un sistema economico iniquo.

E’ la sintesi cui è giunto Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, che ha preso parte oggi a Roma alla presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2018.

«L’ineguale distribuzione dei beni e delle ricchezze a livello planetario resta una delle principali concause delle migrazioni globali», si legge nel dossier curato da IDOS e Confronti. Ed è all’origine delle tante povertà che colpiscono i più fragili ad ogni latitudine.

Più o meno alla stessa conclusione sono giunti padre Alex Zanotelli e il sindacalista dei braccianti, il maliano Aboubakar Soumahor, che hanno chiesto di guardare al fenomeno migratorio come a qualcosa di più complesso, all’interno di un sistema economico-finanziario sballato ed escludente. Ma allora come superare i limiti di questo sistema del tutto controproducente? E’ la domanda.

Smettendo di combattere una battaglia unilaterale per l’integrazione «riguardante i soli stranieri – risponde Di Sciullo – e basata su un mero criterio utilitaristico» e cominciando a combattere invece «una battaglia per l’integrazione che riguardi tutti, italiani e stranieri».

Quest’ottica meramente funzionalistica, argomenta Di Sciullo, «per cui gli immigrati dovremmo accoglierli nella misura in cui e fin tanto che ci servono», in fondo finisce per giustificare «un mercato del lavoro rigidamente segmentato e stratificato».

Che ha penalizzato e continua a farlo, non solo gli stranieri, ma anche tanti italiani, soprattutto giovani: «entrambi relegati e tenuti a lungo schiacciati a causa della scarsa mobilità».

Uscire dalla dinamica delle 5 P (precari, poco pagati, penalizzati socialmente, spesso pesanti e a volte anche pericolosi) è una missione che richiede una mobilitazione non frammentata.

Tanto più che le diseguaglianze ci colpiscono tutti da vicino, come denuncia padre Alex Zanotelli: «gli 8 più ricchi del pianeta possiedono tanto quanto 3mld e 600milioni di persone. E’ una guerra economico-finanziaria contro i poveri».

A proposito di numeri e di statistiche (sebbene non siano più sufficienti a dar la misura di un fenomeno così complesso), il dossier IDOS e Confronti ci conferma ancora una volta che la sbandierata invasione di stranieri e migranti in Europa non c’è.

Nell’Ue a 28 Stati, i cittadini stranieri sono 38,6 milioni e incidono per il 7,5% sulla popolazione complessiva, l’Italia non è né il paese con il numero più alto di immigrati né quello che ospita più rifugiati e richiedenti asilo.

Con circa 5 milioni di residenti stranieri viene dopo la Germania, che ne conta 9,2 milioni, e il Regno Unito, con 6,1 milioni, mentre supera di poco la Francia (4,6 milioni) e la Spagna (4,4).

Anche in Italia, contrariamente alla credenza che vorrebbe il paese assediato e “invaso” dagli stranieri, al netto dei movimenti interni il loro numero è pressoché stabile intorno ai 5 milioni dal 2013; e la loro incidenza, nell’ordine dell’8% sempre dal 2013, aumenta di pochissimi decimali l’anno, soprattutto a causa della diminuzione della popolazione italiana, sempre più anziana.