“Insieme contro la tratta: tessendo una rete nell’amore”.

Questo il titolo dell’assemblea generale che a fine settembre ha riunito a Roma, per una settimana, 86 leader religiose provenienti da tutto il mondo, accomunate dal desiderio di cercare percorsi di libertà e di giustizia in Talitha Kum, la rete internazionale della vita consacrata contro il traffico di persone.

Si tratta di un progetto della UISG – l’Unione Internazionale delle Superiore Generali: dieci di loro sono state premiate per essersi particolarmente distinte fin dalla nascita della rete, riuscendo a ispirare gli altri e a far sì che il network diventasse internazionale.

Le 86 delegate si sono confrontate sulle realtà della tratta nei differenti Paesi e insieme hanno presentato le linee guida che indirizzeranno il lavoro di Talitha Kum nei prossimi anni.

Emozionante l’incontro con Papa Francesco, che sostiene e incoraggia le religiose affinché possano accompagnare i sopravvissuti alla tratta di persone e prevenire il fenomeno.

Al termine del colloquio le suore hanno donato al pontefice un’icona proveniente dalla Siria, realizzata dall’artista Nemat Badawi con i frammenti delle rovine di Aleppo.

«Mi congratulo per l’importante opera che state realizzando in questo ambito così complesso e drammatico. Un’opera che unisce la missione e la collaborazione tra gli istituti. Voi avete scelto di stare in prima linea.

Perciò meritano riconoscenza le numerose congregazioni che hanno lavorato e lavorano come “avanguardie” dell’azione missionaria della Chiesa contro la piaga della tratta di persone», ha dichiarato il Papa durante l’udienza privata del 26 settembre in Vaticano, nella Sala del Concistoro. Che poi ha aggiunto a braccio: «Lavorare insieme è un esempio. È un esempio per tutta la Chiesa, anche per noi: uomini, preti, vescovi… Andate avanti così!».

A vincere il “10 Years Talitha Kum Award” sono state: suor Patricia Ebegbulem (Nigeria), suor Agnes Kanlaya Trisopa (Tailandia), suor Jyoti Pinto (India), suor Eugenia Bonetti (Italia), suor Maria Isabel Chavez Figueroa (Peru), suor Nicole Rivard (Canada), suor Ann Scholz (USA), suor Louise Cleary (Oceania), suor Bernadette Sangma (India) e suor Estrella Castalone (Philippines).

«Celebriamo il valore di ogni gesto umano, per quanto piccolo che sia. Celebriamo la generosità di coloro che sostengono i progetti. Celebriamo con quanta bontà Dio si è manifestato in tutto questo!», ha dichiarato la Presidente della UISG Sr. Jolanta Kafka.

«Le donne sono una risorsa per l’umanità, abbiamo pari dignità e vorremmo che questa ci venisse riconosciuta dalla Società e dalla Chiesa – ha sottolineato suor Gabriella Bottani, coordinatrice internazionale di Talitha Kum. Per il futuro percepiamo la sfida della sostenibilità della rete: risorse umane qualificate e risorse economiche per le diverse attività siano esse di accoglienza, prevenzione o formazione».

I dati fanno ben sperare. Secondo le statistiche emerse dal Report 2009-2019, pubblicato dalla Pontificia Università Gregoriana (Facoltà di Scienze Sociali, G&B Press, Roma, 2019) proprio in occasione dell’assemblea, risulta come solo nel 2018 Talitha Kum abbia aiutato oltre 15.500 sopravvissute e coinvolto circa 235.000 persone nelle attività di prevenzione.

Un valore in salita rispetto alle circa 100.000 persone sostenute in questi dieci anni. In progressivo aumento anche il numero delle reti: al momento si contano 52 reti in 92 Paesi nei 5 continenti e nei prossimi anni sono previste tre nuove aperture in Mozambico, Tanzania e Taiwan.