Accendere e riaccendere la passione missionaria. Questo è l’obiettivo che ciascun partecipante al Convegno nazionale Missio Ragazzi, in corso a Roma da oggi – venerdì 3 marzo – fino a domenica, si dà per sé, ma anche per i ragazzi di cui è animatore o educatore. E i vari incaricati diocesani della Pontificia Opera Infanzia Missionaria (Poim) giunti da diverse regioni d’Italia, insieme agli educatori che hanno a cuore la costruzione di un mondo migliore, sanno quanto sia importante la passione nella testimonianza di fede e nell’animazione dei ragazzi per vivere questo impegno con “Cuori ardenti e piedi in cammino”, come recita il titolo della tre-giorni.

Don Pizzoli, direttore di Missio, saluta i convegnisti con don Bersano

«E’ il primo convegno dal vivo dopo lo stop a cui ci ha costretto la pandemia. I discepoli di Gesù – ha commentato don Valerio Bersano, segretario nazionale di Missio Ragazzi, nell’apertura dei lavori – non sono quelli che stanno dietro lo schermo di una riunione on line, ma sono quelli che si incontrano, che si confrontano, che instaurano una relazione, che si misurano insieme. Siamo qui, in presenza, proprio per questo».

Ricordando che quest’edizione del Convegno si arricchisce della partecipazione di Agorà della Mondialità, servizio di formazione e animazione coordinato dal CUM di Verona, don Valerio ha proseguito: «Cosa intendiamo pensando a valori come pace, fratellanza, accoglienza, custodia del Creato? Ci sono tanti percorsi di Agorà della Mondialità che incontrano e intrecciano i percorsi educativi degli animatori missionari che hanno a che fare con i ragazzi. La collaborazione che quest’anno arricchisce il Convegno sarà l’occasione per vivere i temi della mondialità, in particolare la fratellanza e la pace. Temi che richiedono l’entusiasmo e l’impegno attivo di tutti».

A don Bersano ha fatto eco don Marco Testa, direttore del CUM, che ha spiegato così la presenza di Agorà della Mondialità al Convegno di Missio Ragazzi: «Vogliamo condividere parte del nostro cammino con un laboratorio che fa vivere l’essenza dell’educazione alla mondialità. L’obiettivo di quest’anno per Agorà è quello di agganciare realtà che hanno gli stessi obiettivi nell’educazione di bambini, adolescenti e giovani: è proprio questa la cornice in cui si colloca la collaborazione tra Agorà e Missio Ragazzi».

Il cammino sulle strade del mondo non può che partire dai “cuori ardenti”, che si infiammano solo con la Parola di Dio. Ecco perché parte del pomeriggio del primo giorno è stato dedicato alla riflessione, meditazione personale, preghiera e condivisione comunitaria sul brano evangelico dei discepoli di Emmaus, da cui il titolo del Convegno attinge.

«Tutto parte dalla Parola – ha commentato Floriana Moschitta, del segretariato di Missio Ragazzi, nel proporre ai partecipanti l’esperienza della Scrutatio del Vangelo di Luca (capitolo 24, 13-35) -. E’ un momento per fermarsi e mettersi in ascolto di Chi poi spinge a mettersi in cammino. Il Convegno non può che partire dall’ascolto della Parola, quella che fa ardere il cuore».

D’altronde «l’esperienza dei due giovani di Emmaus, a seguito dell’incontro con Gesù risorto, è l’esperienza di noi, discepoli di oggi: come noi camminiamo lungo le strade di questo mondo ma non ci accorgiamo che il Signore cammina con noi – ha spiegato don Bersano – così fanno i discepoli di Emmaus, che conoscono un po’ la Scrittura ma rifiutano lo scandalo della Croce, proprio come noi. Eppure, se non comprendiamo il mistero della Pasqua, viviamo solo di attività confuse che non generano la Vita, non ci permettono di riconoscere Colui che non è mai assente».

L’evangelista Luca ci fa una sintesi del cammino da fare: cambiare mentalità e provare a vedere quello che prima non vedevamo. Altrimenti «come si fa ad essere animatori missionari se non abbiamo il cuore acceso o se avvertiamo il Signore Gesù lontano e quindi irriconoscibile?», si è interrogato don Bersano.

A Gerusalemme, ovvero sulle strade del mondo, si torna dopo che la Parola e il pane spezzato hanno acceso o riacceso la vita. I due discepoli di Emmaus, che siamo noi, ora hanno bisogno di comunicare, di condividere l’esperienza del Signore risorto. Questo è missione.