È stato un pellegrinaggio per le periferie umane, quello che si è celebrato oggi, giovedì 9 ottobre, a Torino, durante l’apertura ufficiale del Festival della Missione, che fino a domenica prossima chiama a raccolta tutti coloro che hanno il cuore e gli occhi attenti al mondo e, contemporaneamente, sono innamorati del Vangelo.

L’evento, promosso dalla Fondazione Missio e dalla Conferenza degli istituti missionari in Italia (Cimi) e ospitato dall’arcidiocesi di Torino, prevede oltre 60 appuntamenti nella città piemontese.

Si è aperto nel pomeriggio con il racconto di storie di cammini intrisi di marginalità, dipendenze, migrazioni, abbandoni, solitudini, partiti dalle periferie di Torino e arrivati nel centro città, nella chiesa di san Filippo Neri, dove si svolge il Festival (l’altra sede degli eventi è la Facoltà teologica).

Fedele allo slogan “Il Volto prossimo”, titolo del Festival, Diego Casale, attore di Torino, ha presentato i volti, insieme ai loro nomi, storie, emozioni, speranze, difficoltà, di coloro che, abituati a frequentare gli angoli più dimenticati della città, hanno invece trovato un palco che li ha ospitati e messi al centro, un microfono che ha amplificato le loro voci, e tanti occhi e cuori attenti in una chiesa gremita che li ha ascoltati.

Tra le testimonianze, quella di Roberto, che ha scontato la sua pena in carcere e oggi è un operatore Caritas che vive a Torino a servizio dei poveri e degli ultimi; quella di Miranda, operatrice dell’oratorio di San Salvario, educatrice di strada che insieme alla sua équipe esce per le strade per intercettare minori stranieri non accompagnati, giovani migranti, ma anche ragazzi italiani in difficoltà. Voci e testimoni che hanno accompagnato i presenti in un viaggio di comprensione, di cuori in movimento.

 

Nel pomeriggio c’è stato spazio anche per il primo panel della giornata, intitolato Missio Today, dove si è parlato di periferie e di popoli in movimento.

Lo ha fatto padre Gianni Treglia, missionario della Consolata, raccontando della sua presenza nei luoghi degli sbarchi in Sicilia. E lo ha fatto anche don Lorenzo Dall’Olmo, fidei donum di Vicenza, che in Brasile accoglie centinaia di venezuelani che ogni giorno lasciano il loro Paese per fuggire dalla miseria, sebbene il Venezuela sia la nazione più ricca dell’America Latina, visti i suoi giacimenti di petrolio.

Anche Precious Marme, nata in Nigeria, ma a Torino da oltre 30 anni, ha condiviso la sua testimonianza a Missio Today: nella città piemontese si occupa della salute mentale dei migranti che arrivano, ricercando una soluzione al malessere psicologico e culturale che provano.

Infine Lorena Fornasir e il marito Gian Andrea Franchi hanno condiviso la loro opera di cura e accoglienza dei migranti che arrivano a Trieste dalla Rotta balcanica durante la quale hanno subito l’inferno: chi sopravvive presenta ferite alle gambe e piedi piagati che Lorena e il marito medicano.

«Prima, però, abbracciamo questi nostri figli e fratelli arrivati da ogni parte del mondo – precisa Lorena – che sono la nostra luce sorgiva di vita».