
Don Valerio Bersano, segretario nazionale di Missio Adulti&Famiglie, Missio Consacrati e Missio Ragazzi, ogni mese commenta l’intenzione di preghiera proposta dal papa tramite l’Apostolato della Preghiera, Opera e Fondazione pontificia. La riflessione di don Bersano viene pubblicata in una pagina ad hoc sul mensile “Popoli e Missione”. Volentieri la riportiamo anche qui, certi che continuare a pregare per le intenzioni indicate da papa Francesco ci fa sentire ancora più in comunione con lui, adesso che ci ha lasciato.
«Perché ognuno di noi trovi consolazione nel rapporto personale con Gesù e impari dal suo Cuore la compassione per il mondo».
Di mese in mese scopriamo l’abbondanza di spunti evangelici per scegliere la vita buona del Vangelo, affinché le nostre migliori energie vengano impegnate per diffondere l’amore che riceviamo. Viviamo le settimane che danno completezza al tempo di Pasqua, in cui la solennità del Sacro Cuore ha sempre avuto un ruolo educativo, per mostrare che la Misericordia non è un dono fra i tanti, ma “il” dono pasquale per eccellenza. È infatti espressione della scelta di Dio Padre di offrire la sua tenerezza e il suo perdono, che abbiamo conosciuto nel cammino verso la Pasqua. Gesù risorto è la Parola viva, incarnato come vero uomo, solidale con l’umanità, capace di mostrare fino a che punto Dio ama questo mondo, «fino a dare sé stesso nel Figlio amato» morendo e risorgendo per l’umanità! Lo scorso ottobre il compianto papa Francesco ha pubblicato la lettera enciclica Dilexit Nos sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo, apparentemente per prendere le distanze dalle critiche che alcuni hanno mosso verso il suo magistero, definendolo troppo sociale (ma esiste una sola riga dei Vangeli che appare “distante” dalle questioni terrene? Possiamo credere che esista la fede senza attinenza con la vita umana, nel tempo presente?). In realtà papa Francesco ci aiuta a comprendere lo spirito delle sue due lettere sociali, cioè Laudato Si’ e Fratelli Tutti: in modo obiettivo dobbiamo riconoscere che non c’è nulla che sia estraneo all’incontro con l’amore di Gesù, riconosciamo infatti la dignità di ogni essere umano e nello stesso tempo il valore enorme del Creato. La “cura del Creato”, la “nostra casa comune” ormai sono diventate espressioni frequenti nei dibattiti; dunque, le scelte e le responsabilità di ognuno sono coniugate in vari modi e debbono prendere sempre più le distanze dallo spreco (alimentare, industriale, tecnologico) e dall’inquinamento che avvelena la natura… Ridare energia alla scelta di essere “per” la casa comune, per l’umanità, per le future generazioni, è segno della nostra conversione, della nostra compassione, perché abbiamo compreso bene che «Dio non ci ama a parole, si avvicina e nel suo starci vicino ci dà il suo amore con tutta la tenerezza possibile» (Dilexit Nos n.36).