Stamani all’alba in Cisgiordania è iniziata un’operazione militare di smantellamento di baracche e costruzioni di fortuna, nei pressi del villaggio beduino di  Khan al-Ahmar.

Si tratta di un luogo divenuto simbolo della resistenza palestinese, in una zona considerata da Israele Area C, soggetta ad occupazione militare, dove non è possibile costruire pena il ricorso alle demolizioni.

Gli attivisti che si oppongono a questo destino per Khan al-Ahmar, avevano eretto una sorta di “campo di protesta” fatto di capanne e shelter nei pressi del villaggio nel quale vivono oltre 200 persone. I militari sono arrivati  oggi all’alba e le hanno buttate giù.

«Speriamo che gli basti aver demolito cinque capanne. Il nostro obiettivo non è difendere le case vuote ma le abitazioni di  Khan al-Ahmar», ha dichiarato  Walid Assaf, capo della Commissione contro il muro e gli insediamenti ad Al Jazeera.

Secondo gli attivisti questa non è altro che una “prova generale” per testare la demolizione numero uno, la distruzione di un intero villaggio abitato da famiglie e della sua scuola, dopo anni di ricorsi e falliti interventi delle Nazioni Unite.

In particolare nel villaggio sorge la ‘scuola di gomme’, progettata dagli architetti della onlus Vento di Terra e co-finanziata dalla Cooperazione italiana allo sviluppo per consentire ai bambini di frequentare la scuola senza dover percorrere decine di chilometri a piedi per raggiungere quella più vicina.

Israele ha però ripetutamente minacciato nel corso degli anni di abbattere questa struttura che in realtà non è costruita in muratura ma interamente fatta di pneumatici e terra.

Il caso della scuola è finito al centro di un dibattito internazionale: se ne sono occupati diplomatici, cooperanti, attivisti, funzionari delle Nazioni Unite e religiosi, ma sembra che oramai ci sia davvero poco da fare.

L’ordine di demolizione è una minaccia sempre più vicina ed incombe sui beduini di Khan al-Ahmar dal 2009: la Corte suprema israeliana aveva dovuto accettare diversi ricorsi e posporre la data di una eventuale demolizione, almeno fino a giugno di quest’anno. Eppure un’eventuale distruzione della scuola potrebbe avere risvolti molto pesanti su Israele.

Nei giorni scorsi l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, Federica Mogherini, aveva avvertito Israele di “gravi conseguenze” se l’esercito israeliano avesse demolito il villaggio beduino di Khan al Ahmar.

«Come ripetutamente sottolineato, le conseguenze di una demolizione di questa comunità e lo spostamento dei suoi residenti, compresi i bambini, contro la loro volontà, sarebbero molto gravi e minaccerebbero seriamente la fattibilità della soluzione dei due stati, minando le prospettive di pace», ha detto Federica Mogherini.

Inoltre l’11 settembre è stata presentata al Parlamento Europeo una mozione contro la demolizione del villaggio e della scuola di gomme, che si è conclusa con una risoluzione.

Foto di Oren Rosenfeld