«Siamo profondamente preoccupati per il fatto che i più colpiti (dal ciclone Idai ndr) siano i poveri del Malawui, alcuni dei quali già prima in condizioni normali combattevano per far fronte ai loro bisogni».

La Conferenza episcopale del Malawi risponde così, con una lettera alla comunità ecclesiale che si interroga sul da farsi nei giorni del flagello del ciclone più devastante mai visto in queste regioni dell’Africa Subshariana. Oltre al Malawi, il Mozambico e lo Zimbabwe combattono per tenere testa all’emergenza.

«Mentre lavoriamo assieme per dare una prima risposta al disastro che ci ha colpiti- scrivono i vescovi del Malawi – ci uniamo al capo di Stato che ha fatto appello a tutti i cattolici e alla gente di buona volontà, alle agenzie di donatori e ai nostri partner, per fare il possibile e sostenere i nostri fratelli e sorelle che sono intrappolati in questa condizione catastrofica».

Il ciclone super-potente ha già ucciso per lo meno 64 persone in Zimbabwe e 68 in Mozambico e una cinquantina in Malawi ma i numeri crescono ogni ora.

Danni alle infrastrutture, inondazioni e black out energetico con assenza totale di elettricità sono tra le conseguenze più evidenti.

Le persone coinvolte sono un milione, comprese decine di migliaia di sfollati interni, secondo la Croce Rossa Internazionale.

A Chipinge, città orientale a circa 450 km dalla capitale Harare, in Malawi le linee di trasporto sono state interrotte dopo la chiusura di una strada di transito, per via della pressione idrica.

«In Mozambico, dove tutto è iniziato, il ciclone si è abbattuto nel centro del Paese – ci conferma al telefono suor Rita Zaninelli, comboniana di Nampula, che al momento si trova in Sudafrica – la situazione è tragica ed è la prima volta che accade: qui in tutto il Mozambico non c’era mai stato un ciclone tropicale come questo! La città che più sta soffrendo e la più distrutta è Beira, dove abbiamo una nostra comunità. Non siamo ancora riusciti a contattare la nostra consorella perché non c’è energia. L’energia elettrica a Beira non dovrebbe tornare prima di venerdì».

La violentissima tempesta tropicale è scoppiata giovedì scorso nel porto di Beira lasciando circa 500.000 residenti senza linee elettriche e completamente isolati.

In tutto il Mozambico, secondo le stime iniziali del governo, 600.000 persone sono state colpite, di cui 260.000 sono bambini.